La due giorni organizzata da Sifo sui servizi farmaceutici oncologici è andata a buon fine. La quindicesima edizione, secondo quanto riferito dagli organizzatori, «ha visto al centro del convegno presentazioni di studi e dibattiti sul futuro dei nuovi farmaci in grado di lottare contro il cancro, ma in particolare l’organizzazione delle cure, sempre più ritagliate attorno alla dimensione territoriale: complice il Pnrr, ma alla luce anche dell’esperienza pandemica che ha progressivamente messo in evidenza il bisogno di decongestionare le reti ospedaliere». Al centro dell’edizione 2023 le Unità farmaci antiblastici (Ufa) composte dai professionisti che Sifo rappresenta.
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Professione in evoluzione e innovazione incrementale. Secondo Arturo Cavaliere, presidente Sifo, «abbiamo deciso di rendere questa iniziativa nazionale, perché ci siamo accorti che negli anni questo evento attrae sempre più professionisti del settore in questa sede infatti si parla di oncologia, oncoematologia, oltre che di terapie avanzate. Il professor Locatelli ha aperto nuovi orizzonti nell’innovazione terapeutica». Secondo il dirigente «Pharmacon è diventato sempre di più un punto di riferimento. Quest’anno l’evento è stato straordinario e come consiglio direttivo crediamo di poterlo riproporre negli anni che verranno, dal momento che in futuro si parlerà sempre di più di una professione in evoluzione e di un’innovazione che è di tipo incrementale».
Prospettiva che guarda maggiormente al territorio. Barbara Meini, coordinatrice del comitato unico della redazione editoria di Sifo, ha sottolineato come «il farmacista in generale è una figura trasversale quello delle Ufa è altamente specializzato, quindi l’abbiamo sempre pensato come il farmacista ospedaliero per eccellenza, colui che si rivolge esclusivamente all’allestimento delle terapie per la somministrazione in ospedale. Adesso, però, con l’innovazione normativa e considerata l’esperienza della pandemia, dobbiamo invece avere una prospettiva che guarda maggiormente al territorio».
L’abbinamento di telemedicina e teleassistenza. Marcello Pani, segretario nazionale di Sifo, ha osservato che «la farmacia ospedaliera si sta riorganizzando con modelli che prevedono una struttura tipo “hub and spoke” per quanto riguarda le terapie oncologiche parenterali quindi i centri Ufa lavorano e organizzano un sistema di logistica per la distribuzione di queste terapie nei centri periferici in modo tale che il paziente possa anche ricevere la somministrazione, per quanto possibile, in prossimità alla sua residenza». Secondo Pani, un altro aspetto da apprezzare «è quello delle terapie orali o sottocutanee che il paziente può somministrare da solo, a casa. In questo ambito i piani di sviluppo prevedono l’abbinamento di telemedicina e teleassistenza consentendo al farmacista ospedaliero di controllare l’aderenza a terapie che sono diventate croniche».
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