I nuovi farmaci oncologici, molecole agnostiche e cellule Car-t, ma anche i modelli organizzativi di interazione fra ospedale e territorio con le prospettive schiuse ad esempio, dalla telemedicina, l’impatto dei trattamenti sulla spesa farmaceutica. Sono stati questi i temi al centro della quindicesima edizione di Pharmacon, evento annuale dedicato ai farmacisti che si occupano in ambito ospedaliero delle attività onco-ematologiche, svolto 24 e 25 novembre 2023. Come riferito dagli organizzatori, sono stati «più di cento i professionisti di questa edizione, organizzata a Firenze all’hotel Mediterraneo dalla Società italiana farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo)». Secondo i promotori dell’evento, si è trattata di «un’arena estremamente preziosa di confronto, ma anche di selezione delle linee più promettenti per il futuro della professione. Fra gli elementi di novità, in effetti, spicca la premiazione delle migliori comunicazioni orali inviate dagli stessi farmacisti».
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I posti presentati nell’evento. Quanto ai contenuti presentati, sono stati cinque i poster che «hanno catturato l’attenzione degli organizzatori su temi quali le infusioni modulate, il profilo di sicurezza e l’evoluzione delle terapie contro il cancro al polmone e alla mammella, l’impatto economico e organizzativo dell’introduzione di una nuova formulazione sottocutanea di un anticlonale utilizzato contro il mieloma, lo sviluppo di uno strumento informatico per valutare l’aderenza e la persistenza dei pazienti sotto cura con farmaci oncologici che inibiscono le cellule chinasi Cdk».
Evento diventato di carattere nazionale. Alessandro D’Arpino, vicepresidente di Sifo e responsabile scientifico dell’evento, ha evidenziato che «quest’anno abbiamo deciso di dedicare una sezione a questi contributi ne sono arrivati in un numero veramente importante che non ci aspettavamo. Sono stati scelti i cinque lavori che hanno ricevuto la valutazione più da parte dei referee che si sono occupati di valutarli». Secondo D’Arpino si tratta di contributi «che valutano l’impatto economico, organizzativo e clinico di nuovi farmaci nel nuovo scenario e nelle nuove Ufa, le unità farmaci antiblastici. È una sessione molto interessante e premiante per quei colleghi che hanno accettato la sfida di mandare in valutazione un contributo e che si vedono premiati con una comunicazione orale con un evento così importante per Sifo visto che è diventato di carattere nazionale e che si va ad affiancare al congresso tenuto a Roma».
Esperienza e gradimento dell’evento. Secondo il vicepresidente Sifo «i colleghi si aspettano che ogni anno venga riproposto proprio perché cerchiamo di affrontare quelle tematiche che sono i “topics” essenziali per la professione in ambito oncologico questa iniziativa è nata più di 15 anni fa in un piccolo paese del Chianti, a Radda in Chianti, allora ci furono praticamente 20 iscritti a fronte di una ventina di relatori. Quindi una formula in cui iscritti e relatori dopo due-tre ore di corso diventavano un tutt’uno, un brainstorming continuo e il gradimento dei partecipanti, che portavano a casa un’esperienza reale».
Contenuti di alto valore professionale. Per D’Arpino, l’evoluzione dell’evento «ci ha portato ad aumentare i numeri e recentemente siamo arrivati a più di 100 iscritti, nell’edizione di quest’anno siamo 115. Di conseguenza pure la formula si è evoluta. I temi sono davvero molto sfidanti. Stiamo guardando al futuro, stiamo cercando di capire come le nuove norme impatteranno sulla professione del farmacista ospedaliero». Un tema estremamente centrale, al pari delle ricadute sulla professione connesse a nuove tecnologie, digital therapeutics, telemedicina e farmaci che possono essere somministrati nel proprio appartamento o nelle case di comunità. Tutti strumenti in grado di immaginare, in definitiva, di avvicinare i trattamenti quanto più possibile al domicilio del paziente».
Futuro nella stewardship oncologica. Come osservato da Maria Ernestina Faggiano, tesoriere di Sifo, il «futuro della terapia onco-ematologica è sì nelle Car-T, nei farmaci agnostici, ma è sicuramente legato alla stewardship oncologica che stiamo portando avanti ci saranno a mio parere terapie a disposizione di tanti altri pazienti oncologico e onco-ematologici perché l’insieme dei cervelli pensanti, qui presenti, porterà sicuramente a nuovi studi di natura genetica, anatomopatologica, farmaceutica che è quello che noi farmacisti ospedalieri facciamo ogni giorno».
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