petrosillo promofarmaGiovanni Petrosillo ha da non molto lasciato la presidenza di Promofarma. Parlando a FarmaciaVirtuale.it traccia un bilancio della sua esperienza.

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Nel corso della sua presidenza ha avuto modo di constatare che “innovare” richiede spesso molte più energie di quanto si possa immaginare? Se sì, perché il settore farmacia è un settore che resiste all’innovazione?

“È vero. Ne servono molte di energie, ma non perché vi sia resistenza nel settore, piuttosto perché è molto complicato realizzare progetti, partendo dalla ideazione, condivisione interna, analisi del processo, concretizzazione e infine presentazione alla base associativa. Il progetto poi deve avere possibilmente basso o zero impatto economico per le farmacie e contenuti oneri di realizzazione, garantendo comunque un’alta qualità. Non è tutto, perché poi il progetto incontri il gradimento delle farmacie occorre che ne sia stimolato nel vivo l’interesse. Faccio qualche esempio. La piattaforma sulla Telemedicina sta avendo un discreto successo, ma la crescita è lenta perché la farmacia la può attivare solo in ambito privatistico. Se Federfarma riuscirà a far convenzionare questo servizio con il SSN, potrà esplodere l’adesione da parte delle farmacie. La stessa cosa si potrebbe dire per l’ormai completata piattaforma per le prestazioni sanitarie. Altro esempio è la piattaforma “DottorFarma”; siamo partiti un paio di anni fa per la realizzazione di progetti di Pharmaceutical Care e l’abbiamo impostata come strumento utile anche per la fidelizzazione del cliente della farmacia, perché abbiamo immaginato che obiettivi di sola aderenza alle terapie non fossero sufficienti, nell’attuale contesto normativo, a cogliere il concreto interesse delle farmacie. In questo caso, per sfruttare il progetto al 100% è particolarmente importante che partano anche iniziative locali di screening e studi di aderenza con tutti i soggetti coinvolti: ASL, Medici, Specialisti, farmacie, ecc.. In altri casi, come per la fatturazione elettronica, lo strumento informatico realizzato ha raggiunto rapidamente il 60, 70% delle adesioni, perché l’interesse pratico è stato tangibile in quanto ricopriva necessità immediate derivanti da nuovi adempimenti normativi.”

Quali sono le resistenze di natura “fisica”, “politica” e “psicologica” che auspicava venissero superate?

“Una delle fasi più complicate è proprio quella di dover condividere “politicamente” i progetti, in quanto Promofarma non ha piena autonomia di realizzazione, come è giusto che sia. Pertanto il processo più complicato è quello decisionale che avviene nella primissima fase, perché ogni progetto deve passare attraverso la condivisione del massimo organo politico, il Consiglio di Presidenza. Vado oltre: più il progetto è complicato e maggiore è la necessità di farlo accompagnare da momenti di confronto con il livello politico. Questo è sempre regolarmente avvenuto per tutti i lavori svolti e si può immagina con quanta difficoltà, nel dover ritagliare strettissimi tempi di presentazione tra mille impegni di varia natura dell’organo politico.”

Le recenti vicende nazionali potrebbero lasciar immaginare che vi sia ben di più di qualche differenza di visione: cosa sta succedendo in Federfarma?

“Rispetto al complicato percorso di realizzazione che ho illustrato, è facilissimo incappare in incidenti se prevalgono logiche “politiche”. Mi spiego meglio: a fronte di un percorso decisionale già di per sé difficile, perché va ad impattare ad esempio su un mercato saturo e, quindi, ad incontrare una forte resistenza sul territorio, il processo di condivisione interna è ancor più faticoso. Quindi occorrono tempi più lunghi, ripetute condivisioni interne, senza per questo essere sicuri di poter incontrare la completa approvazione delle farmacie. Ebbene, la ratio direbbe che, a fronte di un progetto non condiviso, lo si abbandoni definitivamente, oppure, lo si torni a ristudiare da capo. Se invece prevalgono altri meccanismi, ad esempio quelli di assoluta protezione di immagine personale con distinguo ex post, allora ecco che emergono i problemi e un semplice progetto “non piaciuto” diventa una lacerazione interna.”

Tornando a Promofarma, quale sarà l’iter di nomina del nuovo Amministratore Delegato e che cambiamento di direzione potrebbe subire la struttura?

“Al momento si è vicinissimi alla scadenza del mandato dell’attuale dirigenza, quindi, posso immaginare che nulla cambi fino al rinnovo di Federfarma che deciderà per le prossime nomine. Nominare un nuovo Ad oggi vorrebbe dire concludere la sua formazione giusto al momento di un altro ricambio.”

Negli anni ha avuto modo di guidare la creazione e lo sviluppo di numerosi progetti, tra cui il progetto Zenith di Federfarma e la più recente e ben più complessa piattaforma Digital Care per la farmacia dei servizi. Quale sarà la sorte di questi strumenti senza la sua presenza attiva?

“I programmi avviati durante il mio mandato sono molti e mi dicono che la mia assenza si è ripercossa fortemente sul processo di avanzamento dei lavori di completamento degli ultimi progetti. Tuttavia, poiché nessuno è indispensabile, in ogni campo e ad ogni livello, le cose andranno avanti. L’attuale Direttore Generale ha le capacità di gestire la continuità e potrà avvalersi di qualche aiuto.”

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