In un periodo storico in cui il settore della farmacia affronta innovazioni tecnologiche e aspettative crescenti dei pazienti, il ruolo dei farmacisti si conferma sempre più centrale: con la capacità di erogare consulenza, i farmacisti restano il principale punto di riferimento sul territorio per via della collocazione di prossimità. In questo contesto, FarmaciaVirtuale.it ha raccolto l’esperienza di Gianluigi Pertusi, direttore Business Unit Consumer Healthcare di Chiesi Italia, con l’obiettivo di esplorare le dinamiche che caratterizzano la professione dei farmacisti. Nell’intervista al dirigente viene approfondita l’importanza del consiglio dei farmacisti, le competenze necessarie per un servizio efficace in farmacia, e le strategie di Chiesi Italia per agevolare la relazione tra farmacisti e pazienti, ma anche tra pazienti e altri professionisti sanitari.
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Quanto è importante il ruolo di consiglio del farmacista nel panorama della salute?
Il ruolo di consiglio del farmacista è da sempre centrale nel valore fornito dal sistema sanitario: esso stesso è l’elemento cardine della professione. Di fatto, il farmacista non solo dispensa un farmaco ma, in generale, si mette a disposizione del cittadino con una peculiarità unica: l’immediatezza nella possibilità di contatto, non soggetta ad attese e differimenti. Se consideriamo il consiglio come consulenza e informazioni fornite ai pazienti possiamo identificare più declinazioni che ne caratterizzano la centralità. Tra questi vi è l’educazione del paziente: i farmacisti sono sempre disponibili a trasferire informazioni ai pazienti sia sui farmaci prescritti da un medico, sia per quelli di libera vendita, fino a dispositivi medici e integratori alimentari. C’è poi l’ambito della prevenzione: con una popolazione che invecchia e al tempo stesso aumenta la sua speranza di vita, i farmacisti possono dispensare consigli utili a mantenersi in salute e agire nell’ambito della prevenzione delle malattie, con consigli e servizi per stili di vita sani. Su questi punti, le evoluzioni normative senza dubbio rafforzano il ruolo della farmacia.
Se penso poi a una parte dell’offerta terapeutica di Chiesi Italia, il tema del monitoraggio e dell’aderenza terapeutica è un altro ambito che noi vediamo nel farmacista: il farmacista può avere un ruolo attivo nel monitoraggio del paziente su questo aspetto. Sappiamo bene che l’aderenza alla terapia evita riacutizzazioni e altri costi per il sistema sanitario, come quelli derivanti da successive ospedalizzazioni. Tutto quanto sopra rafforzato e amplificato dalla possibilità di collaborazione con altri professionisti della salute come medici di medicina generale, infermieri e specialisti, per garantire la gestione integrata e coordinata delle cure. Collaborazione che è appunto essenziale per ottimizzare i risultati clinici dei pazienti.
Quali sono le sfide che i farmacisti devono affrontare per mantenere aggiornate le loro conoscenze e competenze professionali?
Il contesto in evoluzione impone ai farmacisti un’evoluzione del proprio bagaglio di conoscenze e competenze professionali. In quest’ottica, è richiesto un continuo aggiornamento delle competenze scientifiche, che consideriamo un prerequisito per operare con efficienza. Inoltre, l’azienda farmacia richiede una sempre maggiore capacità di natura gestionale, per assicurarne l’economicità e la sostenibilità nel tempo, una corretta gestione degli assortimenti e del magazzino, strategie di acquisto e di esposizione. A queste si aggiungono gestione, retention e motivazione del personale, organizzazione dei compiti e del lavoro in relazione alla crescente diversificazione dell’offerta. Queste sono solo alcune delle sfide che il diverso contesto impone di affrontare. Altresì, l’uso sempre più diffuso della tecnologia nell’ambito della farmacia richiede ai farmacisti di acquisire competenze digitali e adattarsi a nuovi strumenti e sistemi informatici usati nella gestione delle informazioni sui pazienti e nell’ erogazione dei servizi farmaceutici e, ove lo si scelga, una efficace strategia di vendita on-line che non distolga risorse ma al contrario crei valore per la farmacia e per la propria clientela.
Quali sono le principali competenze che un farmacista dovrebbe sviluppare per offrire un servizio consulenziale efficace?
Eccellere in tre dimensioni: capacità di ascolto, empatia ed efficacia nella comunicazione. La capacità di ascolto presuppone l’identificazione delle giuste domande, poche ma specifiche, per indagare al meglio la richiesta di consiglio del proprio paziente. Tale richiesta potrebbe anche non essere esplicita ma al contrario da indagare ed esplicitare. L’empatia aiuta il farmacista a creare le condizioni per un dialogo di valore con il proprio paziente, instaurando e alimentando il rapporto di fiducia, spesso di confidenza, e dialogo. Ascolto ed empatia devono essere affiancate da una comunicazione efficace, che indirizzi al meglio il consiglio per renderlo fruibile e di impatto. Affinché le competenze possano essere realmente fatte proprie in farmacia – sia dai titolari sia dai collaboratori – è fondamentale considerare il contesto e le dinamiche quotidiane della vita lavorativa in farmacia.
Come si è evoluto il ruolo del farmacista nella consulenza al banco negli ultimi anni e quale impatto ha avuto la formazione continua in questo processo?
Il ruolo del farmacista nella consulenza al banco ha subìto un’evoluzione. La capacità di fornire consulenza è diventata ancora più utile per valorizzare il ruolo del farmacista, inoltre i cambiamenti nelle esigenze dei pazienti, la maggiore disponibilità di informazioni con clienti sempre più informati, gli sviluppi tecnologici e le nuove sfide nel settore della salute concorrono a rimodellare la rilevanza del consiglio. La necessità della formazione continua si è accentuata in questo contesto, affiancando ai tipici contenuti scientifici, altri più gestionali. Tradizionalmente, la consulenza al banco si concentrava principalmente sulla fornitura di informazioni sui farmaci da banco e sulla gestione di sintomi minori. Negli anni, il ruolo del farmacista si è ampliato per includere contenuti legati a stili di vita, prevenzione delle malattie e supporto nella gestione delle condizioni croniche, monitorando l’aderenza alla terapia e interfacciandosi con il medico curante. La formazione consente ai farmacisti di restare aggiornati sulle novità terapeutiche e sui nuovi farmaci, oltre che sulle migliori pratiche gestionali legate all’erogazione di servizi e alla gestione della farmacia.
In che modo Chiesi Italia lavora per rafforzare il rapporto tra farmacisti e pazienti?
Per rispondere a questa domanda, devo prima contestualizzare le nostre iniziative rispetto alla mission della nostra azienda. Per realizzare la propria missione di migliorare la qualità di vita delle persone, il Gruppo agisce in maniera responsabile verso i pazienti e le comunità in cui opera e per l’ambiente. Avendo Chiesi adottato in Italia lo status giuridico di società benefit, l’impegno a creare valore condiviso per la società nel suo complesso è legalmente vincolante e al centro di ogni decisione aziendale. Tale cambiamento ci ha portati a integrare nello Statuto le finalità specifiche di beneficio comune. In particolare, migliorare la salute, il benessere e la qualità della vita dei pazienti e delle persone, oltre all’innovazione continua verso la sostenibilità dei processi e delle pratiche aziendali per minimizzare gli impatti negativi, a favore di quelli positivi, sulle persone, sulla biosfera e sul territorio. C’è poi la promozione di un modo consapevole e sostenibile di fare impresa, attraverso un dialogo collaborativo tra le parti, e infine il contributo allo sviluppo delle comunità locali in cui l’azienda opera. Dunque, ricerchiamo aree di valore per il farmacista che permettano di migliorare il suo impatto sui singoli pazienti ma anche sulle comunità, all’interno delle quali il farmacista opera.
Potrebbe fornirci esempi concreti di come Chiesi Italia supporta il knowledge empowerment dei farmacisti?
L’approccio verso la farmacia e il farmacista della Business Unit Consumer Healthcare, nello scenario che abbiamo discusso, coglie le molteplici aspettative e opportunità che caratterizzano la farmacia e il suo cliente, innestando una visione che coniuga attenzione alla profittabilità e orientamento al ruolo sociale e sostenibile della farmacia. La Farmacia del respiro, centrata sulla prima area di competenza e focus del Gruppo Chiesi, ne è un perfetto esempio: le iniziative sviluppate colgono entrambe le dimensioni rilevanti per una farmacia. Dunque, organizzazione degli spazi espositivi per categoria, partendo dalle aspettative dei clienti che nel 70% in media dichiarano che vorrebbero un’esposizione per esigenza, con scaffali che descrivano i bisogni a cui si riferiscono i prodotti. Nello specifico caso del benessere del respiro, gli acquisti della categoria – che per la farmacia si collocano tra le principali consumer come valore delle vendite – sono per il 30% guidate dal consiglio del farmacista, mentre per la rimanente parte dalla libera presa, a scaffale, come effetto di una scelta spontanea o consolidata. In tale prospettiva, il corretto presidio dell’esposizione a scaffale permette al farmacista di dare valore alle aspettative del proprio cliente, cogliendo le opportunità di completamento del processo di acquisto di prodotti tra loro fortemente interconnessi. A ciò si aggiungono le iniziative di formazione sulle categorie e ai bisogni connessi che permettono al farmacista di valorizzare al meglio il proprio consiglio in questa area di grande rilevanza.
Sappiamo poi che la Farmacia dei servizi sta diventando realtà e nasce l’esigenza di una formazione continua del farmacista per articolare e gestire tali servizi, presidiando al meglio il territorio grazie alla capillarità e la facilità di accesso alla farmacia. In tale prospettiva, nella Farmacia del respiro viene proposto alle farmacie il corso Fad “Respira 2.0 – Il ruolo del farmacista nel consiglio nelle patologie respiratorie e l’importanza dell’automisurazione spirometrica”, che ha ottenuto il patrocinio della Federazione italiana degli ordini dei farmacisti e di Federfarma, a testimonianza della vicinanza del percorso formativo alle reali esigenze del territorio. La Farmacia del respiro è alla base di un modello di shared value, dove elementi di business e di prodotto si integrano ai contenuti formativi, educazionali e di sostenibilità verso una farmacia del futuro. Respira 2.0 è un progetto formativo destinato al farmacista che, con l’attivazione di un protocollo in farmacia, supporta il paziente nell’automonitoraggio dei parametri funzionali respiratori, e gli mette a disposizione i risultati del test per una valutazione preliminare da parte del medico.
Con l’esperienza sviluppata, strumenti innovativi, best-practice globali e attraverso una partnership con una cooperativa di farmacisti, Chiesi Italia ha iniziato un percorso per far emergere un movimento di farmacie che si mobilitino per realizzare un impatto ambientale e sociale positivo con focus sul respiro. L’obiettivo ambizioso è arrivare a una rete di farmacie “carbon neutral” attraverso un modello strutturato e condiviso, declinato in un Codice di pratiche virtuose che porterà le farmacie ad adottare soluzioni innovative e rispondere proattivamente agli obiettivi europei di neutralità climatica. L’impegno di Chiesi si realizza quindi come facilitatore della creazione e diffusione di una cultura sul tema della neutralità carbonica nella farmacia.
Impegno che ritroviamo anche nel progetto “Recupera e respira”, il quale si colloca nel solco delle iniziative collegate all’obiettivo di Chiesi di raggiungere Zero Emissioni Nette di gas a effetto serra (Ghg) entro il 2035 migliorando gli impatti dei processi aziendali e dei suoi prodotti sulle persone, la biosfera e il territorio. “Recupera e respira” è il progetto pilota dedicato al recupero in farmacia e al corretto smaltimento degli inalatori esauriti utilizzati per la cura delle patologie respiratorie. L’iniziativa, realizzata in partnership con Federfarma, vede nel Friuli-Venezia Giulia e nelle sue farmacie territoriali la prima regione d’Italia coinvolta in questo progetto a forte impatto ambientale. Infine, sempre nella Farmacia del respiro, è stata attivata la campagna di sensibilizzazione “Prendiamo fiato”, anch’essa legata al mondo respiro, con la distribuzione nelle farmacie di leaflet certificati da un board scientifico che forniscono informazioni e sensibilizzano le persone rispetto alle malattie respiratorie asma e Bpco.
Come si inserisce il supporto formativo di Chiesi nel più ampio contesto della salute pubblica e della prevenzione?
Penso che il contributo di Chiesi Italia possa essere declinato rispetto a diverse prospettive che puntano a fornire al farmacista competenze e strumenti in una visione allargata di sostenibilità. Parliamo di farmacia sostenibile riferendoci a diverse dimensioni, tra cui l’educazione e il coinvolgimento, quindi sia verso il personale di farmacia, con un focus formativo in area respiro, sia verso le comunità come il supporto alla sponsorizzazione di campagne per la raccolta di prodotti da destinare alle famiglie in povertà sanitaria, a cui segue benessere e salute verso il personale di farmacia con corsi sul tema dell’empatia o formazione dedicata al tema della micronutrizione. Si aggiungono la circolarità dei processi e le campagne di sensibilizzazione per il recupero dei dispositivi usati, e la resilienza climatica con formazione e strumenti per migliorare l’impronta carbonica della farmacia. Le nostre attività, come descritte, spaziano su diversi ambiti per fornire supporti e condividere pratiche virtuose su dimensioni che creano le migliori condizioni per una farmacia virtuosa, attore imprescindibile nel contesto della salute pubblica.
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