L’iniziativa della Fenagifar in materia previdenziale è un fatto importante e positivo. In primo luogo per i contenuti della petizione, che sono in sintonia con l’azione riformatrice dell’ENPAF che ora sta prendendo corpo, e poi perché testimonia l’attenzione e la compattezza di tutte le componenti della professione nel chiedere un cambiamento di rotta, e quest’ultima è una condizione necessaria perché si giunga davvero ad ammodernare il sistema previdenziale dei farmacisti” dice il Segretario della FOFI, Maurizio Pace, che è il delegato della Federazione nel cda dell’ENPAF. “Da tempo sostengo che sia necessario abbandonare il vecchio schema retributivo a ripartizione, non solo passando al sistema contributivo, ma adeguando lo schema alla realtà del lavoro che, soprattutto agli inizi della carriera, è ben lontana da quella sicurezza e continuità su cui si poteva contare un ventennio fa: contratti atipici, collaborazioni, borse di studio e altri istituti incompatibili con la contribuzione attuale, come sottolineato dalla Fenagifar” prosegue Pace. “Senza contare che è venuto il momento di dirimere la questione della doppia contribuzione dei colleghi collaboratori e degli ospedalieri. In questa situazione o si struttura l’ente in modo da costituire un secondo pilastro previdenziale, prevedendo anche la possibilità di conferire volontariamente le quote del TFR, oppure si rischia di mantenere una “spina irritativa” che deteriora il rapporto tra tanti professionisti e il loro ente previdenziale. Un cambiamento reso ancora più necessario dall’evoluzione della rete delle farmacie determinata dall’approvazione della Legge sulla Concorrenza. Allo stesso modo, occorrerà anche dare una finalità al contributo dello 0,90, a carico delle farmacie, e del futuro cont ributo delle società proprietarie di farmacie”. Anche gli altri temi presi in considerazione dai giovani farmacisti trovano concorde il Segretario della FOFI, dalla questione del contributo dei pensionati che vogliono rimanere iscritti all’Ordine al contributo di solidarietà: “Tutti aspetti che, come dicevo, trovano oggi un consenso trasversale e che quindi saranno parte di quella trasformazione dell’ente alla quale finalmente si sta lavorando in modo concreto, ovviamente considerando un ingresso graduale nel nuovo sistema fino ad arrivare a regime, così da evitare conflittualità tra generazioni. Confido che si arrivi rapidamente a questa riforma, così come si è giunti ora a un intervento organico sul piano della copertura sanitaria integrativa, siglando la convenzione con l’Ente di Mutua Assistenza per i Professionisti Italiani” conclude Maurizio Pace.
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