«Ma è sicuro che si stia cercando di tutelare la farmacia?». È questo l’interrogativo posto dalla sigla Farmacia indipendente, in una lettera siglata da Alfredo Orlandi e Alfonso Misasi, all’indirizzo dei vari organi di Federfarma e resa pubblica attraverso le testate di categoria. «Prodotti veterinari che ormai, soprattutto per le farmacie rurali, sono divenuti un arcaico ricordo», ma anche «specialità medicinali sempre più mancanti sul territorio (giova forse ricordare che noi guadagniamo dispensando farmaci)», «distribuzione diretta che si impone sempre più ed in modo sempre più capillare nelle varie case della salute», «ai registratori fiscali telematici che non ne vogliono sapere di comportarsi nella stessa identica maniera in tutte le farmacie territoriali», «alle nuove norme privacy tali per cui ormai non è più possibile neanche chiedere ad un paziente come assume un farmaco se prima lo stesso non firma un consenso informato da scannerizzare e conservare non si sa più per quanti anni ma soprattutto dove», e «alle parafarmacie che vorrebbero venire in soccorso economico del sistema paese, sanando con 120.000 euro la trasformazione in farmacie convenzionate ignorando la “bastonata tra i denti” che verrebbe data in siffatto modo a chi, magari da trenta anni o più, ha sacrificato la propria vita e quella dei familiari in un piccolo centro rurale, ai valzer degni della migliore tradizione viennese che vedono i prodotti transitare dalla distribuzione convenzionata a quella diretta, per passare alla Dpc e ripassare poi alla convenzionata quando non sussiste convenienza per la parte pubblica».

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Sono le problematiche presenti sul territorio segnalate dalla sigla Farmacia indipendente e che secondo la stessa sono del tutto trascurate da Federfarma in funzione di «“progetti” – si legge nella nota – che raramente trovano applicazione sul territorio, e frequentemente non riscuotono i consensi di quella base che ogni giorno provvede ad aprire e chiudere le serrande delle farmacie con tutti i problemi sopra esposti». La stessa sigla lo scorso luglio aveva criticato le tempistiche di rilascio del nuovo statuto di Federfarma. Per l’occasione Orlandi e Misasi avevano palesato il loro dissenso in seguito alle tempistiche di approvazione del nuovo statuto di Federfarma. Solo alcuni mesi prima, invece, a giugno, Farmacia Indipendente era tornata all’attacco dell’attuale dirigenza di Federfarma nazionale elencando diversi punti con l’intento di mettere in luce numerose perplessità su quanto sinora portato a casa nei primi due anni di mandato.

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