operatori sanitariRispettare i diritti degli operatori sanitari in tema di orario di lavoro per difendere la salute dei cittadini e la sostenibilità del servizio sanitario nazionale, attraverso un intervento legislativo del Governo, palesemente inadempiente, altrimenti una valanga di ricorsi potrebbe portare a risarcimenti di diversi miliardi di euro su una stima di 106 mila dipendenti del Servizio sanitario nazionale: è, in sintesi, la richiesta avanzata dal sen. d’Ambrosio Lettieri, gruppo Conservatori e Riformisti italiani (Cri) in una interrogazione urgente ai ministri della Salute e dell’Economia e Finanze, sottoscritta anche dai colleghi Aiello, Floris, Rizzotti e Scavone.
L’iniziativa è stata illustrata questa mattina nel corso di una conferenza stampa al Senato a cui hanno partecipato, oltre ai senatori, anche i rappresentanti del Cimo, il sindacato dei medici ospedalieri e del Consulcesi.
Lo Stato italiano, in soldoni, ha recepito la direttiva comunitaria n. 88 del 2003 con il decreto legislativo n. 66/2003, ma ne ha poi modificato alcuni articoli nella Finanziaria del 2008 in maniera impropria, determinando di fatto una deregulation degli orari di lavoro dei medici.
“Il mancato rispetto dell’orario massimo di lavoro e delle ore di riposo giornaliero dei medici”, ha spiegato il sen. d’Ambrosio Lettieri, “potrebbe determinare una riduzione dei livelli di appropriatezza, qualità ed efficienza delle prestazioni sanitarie con conseguente pregiudizio per la tutela della salute pubblica. La letteratura scientifica internazionale, infatti, ha collegato direttamente la deprivazione del riposo e gli orari prolungati di lavoro dei medici ad un netto incremento degli eventi avversi e del rischio clinico per i pazienti, coinvolgendo il tema della sicurezza delle cure e quindi la tutela della salute dei cittadini che si rivolgono alle strutture ospedaliere. Turni massacranti e condizioni inadeguate di lavoro in un settore oltretutto particolarmente delicato come quello sanitario, mettono, inoltre, a repentaglio anche la stessa salute dei medici”.
“L’inadempienza dello Stato”, ha rilevato, “ha prodotto l’apertura di una procedura di infrazione contro l’Italia da parte dell’Ue, a cui il Governo ha risposto, per evitare le conseguenti sanzioni, con una modifica legislativa che ripristina il rispetto degli orari di lavoro come da direttiva comunitaria, ma che entra in vigore solo tra un anno. Nel frattempo, i medici, privati di un loro diritto, si stanno preparando in migliaia a chiedere i dovuti risarcimenti”.
”Il Governo”, ha concluso d’Ambrosio Lettieri, “dovrebbe quindi procedere con urgenza ad un intervento legislativo che punti al riconoscimento dei danni subiti dai medici per effetto della mancata attuazione della direttiva 2003/88/Ce e all’accantonamento, a valere sul prossimo documento di economia e finanza, di risorse destinate al risarcimento dei professionisti danneggiati”.

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