sen-d-ambrosio-lettieri“Mentre si avvicina la fine di questa legislatura e si affida il compimento dei diritti democratici ai tempi della maturazione di processi culturali naturalmente lunghi, la conseguenza è che 11 milioni di cittadini che fanno legittimamente ricorso alle cure omeopatiche non sono tutelati, i percorsi formativi dei medici e degli altri operatori sanitari non sono definiti e non esistono criteri omogenei per l’erogazione delle prestazioni professionali.

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A questo si aggiunge che il comparto produttivo, che sostiene il PIL con circa 180 milioni di euro, è sottoposto allo stress-test di norme lacunose e talvolta vessatorie. L’onere di registrazione previsto dal Decreto Balduzzi, ad esempio, è palesemente elevato e incompatibile con la prosecuzione dell’attività”.

E’ quanto dichiara il sen. del Pdl Luigi d’Ambrosio Lettieri, segretario della Commissione sanità di Palazzo Madama, a margine del convegno tenutosi stamane in Senato e organizzato dall’Associazione pazienti omeopatici sul tema “Quali garanzie per i cittadini che si curano con l’omeopatia?”.

“In questo scorcio di legislatura non ci resta che tentare di infilare nel decreto Balduzzi qualche emendamento che lasci almeno una traccia per chi verrà dopo e un segno di rispetto per i pazienti che si curano con l’omeopatia e che avrebbero certamente meritato qualcosa di più sostanziale. A loro, che portano avanti una battaglia di civiltà e di democrazia, vanno le nostre scuse”, afferma, “È quasi terminata un’altra legislatura, infatti, e la speranza di introdurre norme per la disciplina dell’omeopatia resterà legata solo al ricordo della tenacia e dell’impegno di quei parlamentari che hanno sostenuto la necessità di fare chiarezza in un settore dove regna molta confusione”.

Il parlamentare del Pdl sottolinea come “non si tratti né di stanziare risorse economiche, né di fare guerre di religione. Si tratta esclusivamente di superare un grave paradosso che si è creato: da un lato i prodotti omeopatici sono ormai da tempo riconosciuti come medicinali, sono presenti in Farmacopea e ne è disciplinata la produzione e la vendita con appositi riferimenti nel Codice europeo dei medicinali recepito in Italia con il D.Lgs 219/2006. Dall’altro lato la metodica terapeutica che si avvale di questi medicinali è priva di disciplina e riconoscimento. La soluzione non può essere l’indifferenza, che lascerebbe spazio agli impostori, ma una valutazione seria del problema su cui invito ad una riflessione Governo e Parlamento, mentre rivolgo un apprezzamento particolare all’AIFA per la definizione di procedure di registrazione con percorso semplificato”.

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