Si è concentrato sull’entrata in vigore della nuova tariffa dei medicinali e sulla recente Legge 124/2017 relativa alla concorrenza il convegno “Confrontiamoci sulle novità 2017 per la farmacia italiana” organizzato da Utifar a Bologna gli scorsi 10 e 11 novembre. Il Professor Giulio Cesare Porretta e il Dottor Pietro Siciliano hanno trattato il primo tema, mettendo in luce in particolare la centralità della professionalità del farmacista nell’allestimento dei preparati magistrali e officinali, oltre al mero aggiornamento economico del tariffario. Secondo Porretta, consigliere Utifar e componente del Tavolo tecnico che ha collaborato con il ministero per la realizzazione della nuova Tariffa dei medicinali, «preparazioni magistrali, farmacia dei servizi, rete di farmacie, presenza del capitale nel settore sono i pilastri di un cambiamento radicale e non reversibile del comparto farmacia». Ha preso parte alla discussione nella giornata di sabato il presidente Fofi Andrea Mandelli, che ha ripercorso l’iter parlamentare della Legge 124 sulla concorrenza, sottolineando come ora si debba «prendere in mano la situazione» e rinnovando l’appello a fare rete per affrontare le sfide future, anzitutto attraverso le cooperative, convinto che «la catena con gli anelli più solidi che si può fare è quella dei farmacisti». Al centro delle argomentazioni è stata quindi la legge sulla concorrenza, con l’orizzonte delle possibili criticità per la categoria, a partire per esempio da un probabile indebolimento della fondamentale capillarità e vicinanza alla popolazione, con il disinteresse per le periferie e le aree rurali, a favore dei maggiori centri urbani, focus delle grandi catene. Il Ddl, secondo il presidente Utifar Eugenio Leopardi, rappresenta «uno stimolo per i farmacisti a mettere in campo una serie di iniziative, subito ed inderogabilmente». La sollecitazione, arrivata dal Professor Giustino Di Cecco, è quella di creare «società in grado di competere con i grandi gruppi già presenti» che si stanno affacciando sul panorama della farmacia italiana. Di Cecco ha sottolineato la presenza di alcuni aspetti eccessivamente trascurati, come ad esempio le «strategie ormai obsolete di gestione del personale e di controllo di gestione», e l’incapacità di fare realmente rete e sostenersi a vicenda.
Per «evitare di rimanere chiusi in riserve – ha detto – i farmacisti devono comprendere a pieno l’avvento di questa nuova rivoluzione industriale in atto, prendendo in considerazione per esempio la costituzione di società holding, società consortili o di capitali, creando economie di scala, anche per condividere il rischio». Sono state quindi poste in evidenza anche le opportunità offerte dal Ddl concorrenza, come la possibilità per i giovani farmacisti di diventare titolari associandosi. Di Cecco ha invitato Federfarma a «stimolare l’aggregazione» e allo stesso tempo «vigilare sul rispetto del vincolo della titolarità di non più del 20% delle farmacie presenti sul territorio della regione o della provincia autonoma». È stata ribadita dal commercialista Franco Falorni «l’importanza dell’unità e della solidarietà», anche attraverso il mondo delle cooperative, «una palestra che allena la sensibilità alla solidarietà, lavorando per il “noi” e non solo per l’io». Tuttavia, ha sottolineato Falorni, «la base non sembra ancora sufficientemente preparata e attenta al cambio di scenario». In questo periodo di attesa dell’avvento delle società di capitali e dei grandi gruppi, che non si avrà nell’immediato, è importante che i farmacisti inizino a documentarsi e creare strategie. «Fortunatamente – ha puntualizzato il commercialista Giovanni Trombetta – in farmacia è stata mantenuta e continua ad agire la pianta organica, strenuamente e giustamente difesa dalla categoria. È il farmacista ad essere deputato all’aderenza terapeutica. Ha chiuso i lavori l’intervento dell’amministratore delegato di Credifarma Marco Alessandrini, che ha rimarcato la necessità di fare rete anche in ambito finanziario e le opportunità che già oggi la farmacia ha a disposizione.
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