
Le cause? «Gli eccessi di costruzione di grandi centri commerciali (gli Usa hanno il 40% in più di spazio per shopping del Canada, cinque volte quello inglese e dieci volte quello tedesco) e i cambiamenti nelle abitudini di spesa dei consumatori». Ma soprattutto «l’avanzata inesorabile della tecnologia, incarnata dall’esplosione del commercio elettronico e di suoi protagonisti quali Amazon». Le vendite nell’e-commerce, infatti, sono arrivate a rappresentare l‘8,4% del totale. E la stessa Amazon non cessa di espandersi: «È reduce dall’acquisizione della catena di supermercati di fascia alta Whole Food, promettendo di rivoluzionare l’alimentare come aveva fatto per le librerie». D’altra parte, l’azienda è «padrona di 43 centesimi per ogni dollaro speso online e con le vendite di e-commerce dal 2010 in Nordamerica quintuplicate a 80 miliardi», e oggi «impiega oltre 340.000 persone su scala globale e 180.000 negli Stati Uniti. Cifre buone per l’ottavo posto nella graduatoria dei datori di lavoro privati».
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