mnlfVincenzo Devito, Presidente del MNLF, aprendo la conferenza stampa che si tenuta domenica a FarmacistaPiù così ha esordito: “Se si vuole davvero aprire il dibattito a 360 gradi all’interno della categoria non si può e non si deve continuare con il vecchio giochetto di lasciare in un angolo la parte maggioritarie, ovvero i farmacisti non titolari e le associazioni che le rappresentano. Non si può mettere in primo piano temi di cocente attualità parlandosi addosso senza che vi sia un minimo di contradditorio, senza che voci, piacciano o meno, possano avere l’opportunità di dire la propria in un pubblico confronto. La categoria è divisa, bisogna prenderne atto, ma non è che nascondendo alla faccia dei politici queste divisioni le si risolvono. Il giochetto di mettere in evidenza simposi in cui esiste una sola linea monotematica e mettere in secondo piano gli interventi dissonanti non funziona, non funziona più. Si apra al contradditorio e si lasci stampa e politica libera di giudicare quali posizioni sono più forti all’interno del dibattito. Non ce la si può continuare a cantare e suonare perché questo è un sistema da MinCulPop, il Regio Ministero della Cultura Popolare avvezzo alla censura e al controllo.”

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Una manifestazione che deve parlare di farmacista proiettandolo nel futuro non può diventare un’autocelebrazione delle proprie tesi a difesa dello status quo.

“La categoria è farmaciacentrica, questo ha portato alla perdita di spazi professionali” così Gaetano Deritis ha sintetizzato la progressiva perdita per i farmacisti di opportunità di lavoro. Agnese Antonaci, affrontando il tema del rinnovo del CCNL gli fa eco “il contratto di lavoro dei farmacisti in farmacia privata è al limite dello schiavismo” ” Si chiede di “blindare l’accesso a Farmacia, come se questo potesse bastare. Come se non fosse poi possibile, per chi ne ha le possibilità, andare a prendere una laurea in altro Paese UE.

Di farmacia dei servizi se ne sente parlare da almeno un decennio, e va bene, ma qualcuno si è domandato dove prende i soldi la Sanità pubblica che non riesce nemmeno a garantire i livelli minimi di prestazione? Ci si deve calare nella realtà delle cose e la realtà è che i fondi non ci sono.

Diventa invece difficile parlare del fatto che si chiede di chiudere gli accessi ad un sistema sostanzialmente chiuso, ove ogni tentativo di riforma è bloccato dai giochi corporativi.

Il problema della disoccupazione dei farmacisti in Italia è un problema creato ad arte da un sistema teso a difendere interessi economici, ove da un lato s’impedisce qualsiasi allargamento in favore della libera iniziativa, dall’altro si abusa di tipologie di contratto al limite dello “schiavismo”, per tutti valga l’utilizzo degli stage post-laurea.

La situazione economica dei farmacisti dipendenti delle farmacie private è peggiorata ad ogni rinnovo di contratto. Un farmacista occupato nelle farmacie guadagna 10,66 euro lordi l’ora, che per le ritenute previdenziali e fiscali scende a 7,20 euro. Oltre tre anni di ritardo nel rinnovo del contratto significa una perdita netta del potere d’acquisto, rinnovo che viene utilizzato come strumento di ricatto nei confronti delle Istituzioni per evitare qualsiasi cambiamento allo status-quo.

Un FarmacistaMeno è la definizione più esatta: meno diritti con un contratto nazionale ormai scaduto da più di tre anni, le retribuzioni più basse d’Europa, una professionalità non riconosciuta, l’uso sempre più massiccio di stages post-laura, l’abusivismo professionale che crea disoccupazione, orario ridotto e l’utilizzo offensivo dei voucher.

Tutto questo mentre si fanno largo fenomeni inquietanti come quello di Camerino ove si creano liste di farmacisti in cui non conta il merito ma chi si abbassa di più il proprio compenso. Episodi in cui chi denuncia è anche oggetto di velate minacce”.

La Filcam-Cgil, ospite durante la conferenza stampa dichiara: vogliamo essere aiutati a comprendere il sistema, abbiamo bisogno d’innovare, la vostra posizione aperta al cambiamento, di tipo liberale per noi è importante. Come sindacato ci stiamo aprendo alle professioni. L’ente bilaterale è uno strumento che va sfruttato maggiormente. Creiamo una coalizione per il cambiamento, vediamo come possiamo collaborare incontrandoci al tavolo delle libere professioni che abbiamo all’interno del sindacato.

Tocca invece a Vincenzo Devito rispondere agli interventi politici del giorno prima sul Ddl concorrenza: Primo fra tutti l’intervento del Presidente della XII Commissione Sanità Emilia Grazia De Biasi la quale ha affermato in ordine che il “farmaco non è una saponetta non si può vendere nella Gdo non si comprano farmaci col 3×2” e ancora che il Ddl concorrenza non è il luogo ove fare una riforma e che “il governo deve mettere mano a una riforma della mission delle parafarmacie”

A parte quest’ultima affermazione di cui non si capisce il senso se non il sospetto che la de Biasi intendesse vaticinare la possibilità di togliere l’obbligo della presenza del farmacista negli esercizi di vicinato, proposta cara a Federfarma e ai colleghi della De Biasi di centro destra che nella precedente legislatura provarono in tutti i modi (Gasparri e Tomassini) a raggiungere questo obbiettivo. Per quanto riguarda l’affermazione relativa alle saponette è meglio conoscere ciò di cui si parla perché di saponette se ne vendono tante in farmacia anche con offerte 3×2 , ma il farmaco e siamo veramente esausti di doverlo ripetere, no. Lo ricordiamo ancora una volta la proposta di liberalizzare i farmaci di fascia C riguarda farmaci prescritti dal medico, quindi legati ad una ricetta, non soggetti ad iperconsumo, non soggetti ad abuso e prescritti, come in farmacia, da un farmacista laureato ed abilitato. Inoltre, la quota di mercato occupata dalla GDO in questo settore è appena del 15%. Viene spontaneo domandarsi, di cosa parla la De Biasi, la Presidente della Commissione Igiene e Sanità. Conosce il tema o legge solo le veline che gli vengono girate. Cosa significa che il DDL concorrenza non è il luogo ove parlare di concorrenza, dove se ne deve parlare in Commissione Igiene e Sanità ove nel Ddl Lorenzin gli emendamenti per riformare in modo democratico gli Ordini professionali e il modo con cui vengono eletti gli organi di rappresentanza non sono nemmeno stati presi in considerazione? Il DDL concorrenza, piaccia o no, è la legge che deve tradurre le indicazioni dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, e nelle indicazioni Antitrust la liberalizzazione dei farmaci di fascia C c’era eccome. Come c’era nei Report dell’UE (Country Report 2015 e 2016) nelle indicazioni dell’OCSE e in quella di numerose Associazioni di consumatori. Nonché, e ne parleremo più avanti in numerosi studi economici.

Non è vero come dice il Vice Ministro Gentile che il Ddl concorrenza è ispirato da sentenze della consulta contrarie a fascia C fuori canale. Chi afferma una cosa del genere quantomeno richiama il sospetto di non sapere nulla di come funziona la Corte Costituzionale ed anche quella di Giustizia Europea. A parte l’inutilità di quei ricorsi a cui non abbiamo partecipato, le due Corti non si esprimono a favore o contro un determinato tema, esse vagliano se una determinata legge o provvedimento è in linea rispettivamente con la Costituzione o il Trattato Europeo. STOP il loro compito finisce qui. Ciò non impedisce alla politica di cambiare quelle regole attraverso i propri organi democratici. Continuare a ripetere questa storiella è veramente umiliante per chi lo fa.

In questa giostra delle superficialità c’è anche chi come l’onorevole Marazziti orgoglioso di difendere gli interessi dei farmacisti e non quelli generali dice che “non si devono fare pezzi di riforma sanitaria attraverso un ddl concorrenza” Di quale riforma sanitaria parla Marazziti , qui si parla di farmaci con obbligo di ricetta pagati direttamente dai cittadini, mica di SSN. Qui si vuol innescare germi di concorrenza in un settore che non ne ha proprio, si vuol creare occupazione, risparmi per i cittadini, nuovi investimenti, nuove aziende. Chi ha parlato di rivoluzionare la riforma sanitaria? Di cosa stiam parlando. Ricordiamo che ad oggi è possibile abbassare i prezzi dei farmaci di fascia C, la legge lo consente. Quante farmacie lo fanno? poche, pochissime. Sapete perchè? Perche non c’è confronto reale, non c’è lo stesso confronto che esiste su SOP e OTC.

A tale proposito, noi abbiamo avuto una dura polemica con Federfarma e AIFA sui risparmi generati dalla liberalizzazione dei farmaci d’automedicazione. In questa polemica una sede provinciale di Federfarma ha chiesto all’AIFA, rispetto alla nostra accusa di aver riportato dati errati, di fare chiarezza, Non ci risulta che l’AIFA abbia risposto. Forse perché non può e sa benissimo che quei dati partivano da considerazioni errate determinate da un notevole spostamento di farmaci dalla categoria con ricetta a senza ricetta. Ma noi siamo pazienti ed attendiamo. Così come attendiamo di comprendere Pani quando dice che “La crisi della farmacia è la crisi del SSN” di quale crisi sta parlando di quella che ha portato ad un aumento del fatturato nel 2015 del +1,6%

E’ veramente difficile sopportare le menzogne, peraltro non documentate, come quelle enunciate dal responsabile Sanità del Pd Gelli, che parla addirittura di danno da 200 milioni portato dalle lenzuolate di Bersani. Bersani verrà ricordato per aver avviato la rimozione di alcune restrizioni anacronistiche, Gelli non sappiamo, ma il buongiorno si vede sempre dal mattino.

Sappia Gelli che Ornella Barra vuole vincere facile, vuole entrare in un mercato protetto, ma non vuole reale concorrenza. Non vuole la liberalizzazione della fascia C. Questo è troppo comodo ed è il suo partito a consentirlo-

Noi notiamo che in tutta questa discussione, sia verbale che parlamentare nessuno, nemmeno illustri rappresentanti di categoria, si è preso la briga di affrontare il tema dell’autonomia professionale del farmacista quando dietro la porta stanno aspettando grandi gruppi economici con buona pace della Racca che è tranquilla.

Siamo rassicurati che questa autonomia, già ora assai bassa non sarà ridotta a zero. Di questo sì la categoria deve preoccuparsi.

Ebbene noi facciamo per l’ennesima volta una proposta alla Fofi, discutiamo di protocolli etici e terapeutici per i farmaci da consiglio, allarghiamo il livello scientifico dell’attività del farmacista. Leghiamo a questi protocolli la sua attività. Creiamo insieme gli anticorpi perché quell’autonomia si elevi e sia ancorata al bene del paziente e non a logiche commerciali. Quelle logiche che oggi sono prevalenti anche in farmacia.”

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