farmacista lingua arabaFederfarma Milano ha intervistato sul proprio portale il titolare della farmacia Metrò di Sesto S. Giovanni, in provincia di Milano. Si tratta di Mohamed Badawi, che gestisce da 15 anni il proprio esercizio, collaborando in particolare con le istituzioni per alcune necessità sanitarie della comunità di lingua araba. Il farmacista ha pensato infatti di tenere delle lezioni arabo, spiegando che «poiché sono di origine siriana, ma vivo e lavoro in Italia da 37 anni, collaboro spesso con il comune e con l’Ats per esempio per la lettura e la traduzione di certificati di vaccinazoni». Proprio per questo motivo lo stesso comune di Sesto S. Giovanni gli ha chiesto di ideare un’iniziativa che potesse venire incontro alla comunità arabofona nella gestione delle problematiche sanitarie. «Qui c’è un’importante comunità di lingua araba – ha spiegato Badawi – e i problemi linguistici, soprattutto in ambito medico e nell’uso dei farmaci, sono molti, con potenziali importanti conseguenze: per esempio se i pazienti non capiscono le istruzioni del medico nell’assumere i farmaci o nel gestire una terapia, anche per i bambini. Per questo motivo ho proposto di organizzare delle lezioni sui farmaci in lingua araba (dovendo parlare io ho proposto i temi che mi competono, e per i quali mi ritengo più preparato). Quindi il 27 novembre ho tenuto la prima conferenza per parlare del corretto uso dei farmaci in gravidanza e in età pediatrica». Il farmacista ha spiegato che all’iniziativa ha partecipato una trentina di persone, aggiungendo che si è trattato a suo avviso di una buona risposta per un primo esperimento: «Il tutto ha avuto una eco interessante nella zona». Nel corso della conferenza si è parlato anche del problema delle vaccinazioni, con l’ausilio di Franca Laviola, medico dell’Ats di Sesto S. Giovanni. «Il comune – ha concluso Badawi – mi ha chiesto di replicare la conferenza, stiamo concordando la data. Sono convinto che gli immigrati arabi che vengono in Italia debbano imparare a parlare italiano, è indispensabile per vivere qui. Capisco però anche le difficoltà di iniziare».

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