Medicinali complementari, il ruolo dei farmacisti indagato da uno studio australiano

Uno studio pubblicato dalla US National Library of Medicine – National Institutes of Health ha puntato a comprendere quali siano le aspettative da parte dei consumatori, così come le responsabilità da parte dei farmacisti, legate alla cessione di prodotti medicinali “complementari”. L’analisi, intitolata “Expectations and responsibilities regarding the sale of complementary medicines in pharmacies: perspectives of consumers and pharmacy support staff”, è stata curata da tre ricercatori della Scuola di Farmacia istituita presso l’università del Queensland, in Australia. L’obiettivo dello studio è stato quello «di indagare su cosa si attendano i clienti dai farmacisti e dalle farmacie in merito alla cessione di tali prodotti», ma anche di comprendere «in che modo i professionisti della salute avvertano le responsabilità legate a questo tipo di vendite». A tale scopo è stata condotta una serie di interviste semi-strutturate: ai consumatori è stato chiesto di descrivere le loro aspettative, mentre ai farmacisti di indicare quali fossero i loro doveri in materia. L’analisi è stata effettuata su 33 pazienti in 3 farmacie: la maggior parte dei pazienti ha indicato l’uso della medicina complementare come una propria decisione personale. Gli stessi clienti hanno inoltre spiegato di attendere da parte dei farmacisti ai quali si rivolgono una selezione dei migliori prodotti, in funzione delle situazioni specifiche, ma anche spiegazioni ad hoc basate sulle loro conoscenze, nonché il mantenimento di stock di prodotti ampi al fine di poter scegliere tra una varietà il più possibile ampia. La conclusione alla quale sono giunti gli studiosi è che i farmacisti «sono chiamati a rispettare le scelte personali dei consumatori, ma al contempo devono porre in atto procedure atte a salvaguardare la salute dei loro clienti, fornendo informazioni precise al fine di assicurare un uso appropriato della medicina complementare».