Comprendere l’interazione fra microbiota vaginale e sintomi della menopausa offre nuove possibilità per alleviare tali sintomi e migliorare la qualità della vita delle donne. È quanto emerso da un articolo pubblicato su Nature Microbiology che analizza diversi studi condotti sulla correlazione tra composizione del microbiota vaginale e disturbi della menopausa legati a sintomi genito-urinari, atrofia vulvogenitale, dispareunia, disuria e infezioni ricorrenti del tratto urinario. Wellmicro di Named Group, realtà dedicata all’analisi del microbiota – tramite tecnologia Ngs ed elaborazione bioinformatica dei dati –, permette di valutare con un test lo stato dell’ecosistema vaginale al fine di comprendere se persiste o meno uno stato di eubiosi, sia in menopausa sia in tutte le altre fasi della vita di una donna.

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Deplezione progressiva dei lattobacilli. Alessandra Graziottin, dirigente medico e docente all’Università di Verona, ha sottolineato che «nelle donne, prima e dopo la menopausa, la carenza di estrogeni e progesterone conseguente all’esaurimento ovarico, determina una deplezione progressiva dei lattobacilli, amici e protettori della salute vaginale». Dunque «un test ripetuto nel tempo potrebbe costituire un perfetto monitoraggio della salute intima tra prima e dopo la menopausa, come indicatore sia dell’entità dell’alterazione microbiologica sia della popolazione più fisiologica per quella donna, cui tornare. Nelle donne in corso di Terapia ormonale sostitutiva (Tos), potrebbe inoltre diventare un ottimo strumento di monitoraggio qualitativo di efficacia della terapia, in parallelo all’accurata valutazione clinica e al dosaggio del Ph vaginale».

Impatto psicologico e rischio di complicanze ginecologiche ed ostetriche della vaginite. Filippo Murina, dirigente dell’Ospedale Buzzi di Milano, ha ricordato che «le infezioni vulvovaginali rappresentano le più comuni affezioni ginecologiche». In particolare, «le vaginosi batteriche possono interessare fino al 60% delle donne, con un’elevata incidenza di ricorrenze». Mentre, per quanto riguarda la candidosi vulvo-vaginale, «il 75% delle donne nel corso della vita presenta almeno un episodio infettivo e, di queste, quasi il 10% svilupperà una forma ricorrente. Nonostante sia generalmente considerato un disturbo di scarsa rilevanza, la vaginite in realtà esercita un significativo impatto psicologico ed espone al rischio di complicanze ginecologiche ed ostetriche. Sintomi come prurito, bruciore e dolore durante i rapporti sessuali possono alterare significativamente la vita sociale e la vita di coppia».

Correlazione tra stato di disbiosi vaginale e sintomi o fastidi riscontrati. Andrea Castagnetti, direttore generale di Wellmicro, ha spiegato che «il test Wellmicro permette di conoscere la composizione del Dna batterico e fungino del microbiota vaginale. Si tratta di un’analisi metagenomica che studia le comunità di microrganismi che vivono nell’ambiente vaginale. Tramite una interpretazione funzionale brevettata è possibile indagare sulla correlazione tra stato di disbiosi vaginale e sintomi o fastidi riscontrati. Lo specialista è quindi supportato nella scelta di strategie terapeutiche maggiormente personalizzate per il mantenimento o il ripristino del benessere intimo».

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