
Ceccarelli si domanda quindi quali risultati abbiano avuto finora, a suo avviso, le liberalizzazioni: «In Norvegia oltre l’80% delle farmacie è di proprietà di solo 3 soggetti che stanno chiudendo gli esercizi meno remunerativi, quelli paragonabili alle nostre rurali sussidiate, tanto per intenderci. In Inghilterra, a fronte di catene ci sono pochissimi privati. E nelle catene ci sono prodotti a marchio, come nei nostri supermercati, con grave danno alle piccole aziende produttrici e alle diversità alimentari che hanno sempre fatto della nostra la nazione del cibo e delle eccellenze alimentari. Accadrà anche alle farmacie: ci sarà un ridimensionamento di quelle indipendenti, non legate e non di proprietà di catene. E un’omologazione, una riduzione delle referenze trattate perché ci saranno solo prodotti a marchio o prevalenza di prodotti a marchio».
Secondo il farmacista il tutto si risolverà in «un’ecatombe per la concorrenza vera, quella fatta oggi da tante farmacie private, e ieri dai tanti piccoli negozi di alimentari. Inizieranno i fallimenti. Poi, più attori di medie e grandi dimensioni si accorperanno, razionalizzeranno. In sostanza chiuderanno gli esercizi meno performanti dal loro punto di vista in nome di una migliore efficienza. Quindi i grandi gruppi si accorperanno tra di loro e si divideranno il mercato».
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