Ottone, un piccolo comune tra gli Appennini emiliani e liguri, conta circa 500 abitanti stabili, un numero che cresce notevolmente durante l’estate. Una comunità equidistante da Genova e Piacenza (circa un’ora di macchina), che da sempre vive il disagio di una certa lontananza dai servizi essenziali, soprattutto sanitari. Qui, però, c’è una certezza: la Farmacia Ottone. Guidata dalla dottoressa Cristina Gazzola, questa farmacia rurale rappresenta un punto di riferimento, non solo per i residenti ma anche per i paesi limitrofi, privi di una farmacia. Abbiamo intervistato la dottoressa per farci raccontare il ruolo fondamentale che la telemedicina ha assunto nel rispondere alle necessità di prevenzione, monitoraggio e aderenza terapeutica, proprio in un territorio di questo tipo.

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La Farmacia Ottone ha una lunga storia di servizio alla comunità. Recentemente avete avuto un episodio significativo in cui un ECG eseguito presso la vostra farmacia ha identificato un potenziale scompenso cardiaco in un paziente. Ci può raccontare brevemente l’episodio?

A metà settembre un cittadino adulto ma non anziano è entrato in farmacia lamentando sintomi che a prima vista potevano sembrare influenzali: spossatezza, dolori diffusi. Approfondendo, ha menzionato un senso di oppressione toracica e un dolore retrosternale che si irradiava al braccio destro. Conoscendo il suo quadro clinico, essendo diabetico e fumatore, ho subito sospettato un infarto. Gli ho proposto un ECG e, tramite la centrale di refertazione Cardio On Line Europe, ho ottenuto un consulto urgente da un cardiologo. La diagnosi era chiara: infarto in corso. Ho chiamato immediatamente i soccorsi, trattenendolo in farmacia fino al loro arrivo. I sanitari, capendo la gravità, lo hanno trasportato in elisoccorso all’ospedale di Parma. Ora sta bene ed è tornato da noi per due ECG di monitoraggio. Questo episodio dimostra quanto sia cruciale la prossimità territoriale e l’attenzione al paziente. Se non fosse stato per l’ECG in farmacia, il tempo perso sarebbe stato fatale.

Ci racconti com’è nata la sua esperienza con la telemedicina

La Farmacia Ottone ha sempre cercato di stare al passo con i bisogni della comunità. Prima del Covid, avevamo già avviato la consegna a domicilio dei farmaci e delle bombole d’ossigeno, un servizio prezioso per chi non poteva raggiungerci. Durante la pandemia, abbiamo ampliato la nostra offerta con tamponi e vaccinazioni, un gesto necessario in un contesto in cui il primo hub vaccinale era a un’ora di distanza. È stato naturale, quindi, fare un ulteriore passo avanti: introdurre i servizi di telemedicina. Da circa un anno e mezzo, grazie al supporto del PNRR per le farmacie rurali, ci siamo affidati ai servizi di CGM TELEMEDICINE iniziando con le analisi del sangue e poi integrando elettrocardiogrammi, holter pressorio e cardiaco, utilizzando la piattaforma CGM POINT OF CARE.

Cosa significa per la comunità avere accesso a questi servizi così vicino casa?

Significa tanto. Consideri che per fare un semplice prelievo di sangue, bisogna andare all’ospedale di Bobbio, che è raggiungibile in circa 30 minuti di macchina, ma spesso il tragitto è più lungo a causa dei lavori stradali. Con la nostra farmacia, ora i cittadini possono monitorare periodicamente i valori ematici, verificare l’efficacia della terapia e, in molti casi, prevenire problemi più gravi. Voglio raccontare un episodio: una persona si era rivolta a noi per esaminare i valori di creatinina in vista di una TAC con mezzo di contrasto. Durante l’analisi, però, abbiamo scoperto valori alti di colesterolo e trigliceridi. Un’informazione che ha permesso di prendere tempestivamente provvedimenti.

Anche i medici e i cittadini sembrano aver accolto positivamente questi servizi

Quando abbiamo adottato i servizi di telemedicina, li abbiamo presentati al medico di medicina generale del comune, che ne è rimasto entusiasta, e al cardiologo che visita nell’ambulatorio comunale due volte al mese. Abbiamo anche comunicato l’iniziativa sui nostri canali social e attraverso il quotidiano locale. In questo modo ora i cittadini sanno che possono fare esami cardiologici senza dover affrontare viaggi lunghi e attese infinite, oltre alla garanzia di una refertazione quasi immediata.

Cosa vi augurate per il futuro?

Speriamo che questi servizi possano diventare presto convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale, anche se già ora partecipiamo alla sperimentazione della “Farmacia dei servizi” promossa dalla Regione Emilia-Romagna, che consente ai pazienti con patologie cardiovascolari di accedere gratuitamente agli esami. Inoltre, vorremmo ampliare l’offerta, perché la telemedicina non solo risponde ai bisogni degli abitanti ma attira anche turisti che necessitano di monitoraggi regolari o certificati per attività sportive.

Qual è il valore aggiunto della telemedicina in una realtà come la vostra?

La telemedicina non è solo tecnologia, è prevenzione, monitoraggio, aderenza terapeutica. Ma soprattutto, è umanità. In zone rurali come questa ci conosciamo tutti, ci chiamiamo per nome. Questo legame personale ci permette di cogliere segnali che, altrove, potrebbero passare inosservati. È questo che fa la differenza. La farmacia diventa un presidio sanitario vero e proprio, un punto di riferimento che offre risposte immediate e soprattutto vicine.

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