Nella puntata andata in onda il 13 marzo, la trasmissione di Canale 5 Striscia la Notizia si è concentrata sui rapporti tra medici e farmacisti, e in particolare sulla situazione di una farmacia di Grosseto, sospettata di effettuare pratiche di “comparaggio”, ovvero di concedere una percentuale degli incassi al professionista che prescrive la ricetta.
Un attore si è presentato all’interno della farmacia, fingendosi padre di una dottoressa e dichiarando di voler prendere contatti al fine di «avviare una collaborazione» tra la farmacia e il medico. Il farmacista, il cui volto è stato mascherato nel servizio, ha risposto senza mezzi termini: «Se lei manda qui le prescrizioni, le riconosco il 10 per cento». «Ma un farmacista non può elargire delle regalie ai medici in campo delle prescrizioni – sottolinea l’inviato della trasmissione Moreno Morello -. Potrebbe trattarsi di un reato che si chiama comparaggio».
Il servizio sottolinea che non possono essere avanzate accuse dirette sulla base delle informazioni che sono state raccolte dalla redazione, «tuttavia, anche sulla base di una nostra precedente indagine», viene adombrato il sospetto di «un certo allineamento» tra la farmacia e, in particolare, un medico che prescriveva le ricette. Anche ad una finta dottoressa che si è presentata di fronte al farmacista, prosegue Striscia la Notizia, «è stata confermata la quota del 10%». Il professionista specifica anche, in merito ai pagamenti, che si tratta di «una cosa da gestire brevi manu, non è che si possano fare bonifici. Tu vieni qui e io ti pago in contanti». Le telecamere si soffermano poi su un banco «nel quale sono presenti numerose prescrizioni arrivate via fax, e i relativi farmaci pronti per essere spediti», spiega Morello.
L’inviato di Striscia si è quindi presentatosi di fronte al farmacista, ma quest’ultimo inizialmente non ha risposto alle domande poste e anzi ha accompagnato Morello alla porta. Poi ha accettato di farlo entrare, ma senza telecamere. «All’interno il farmacista ha negato di riconoscere il 10% e di praticare il comparaggio», ha concluso il servizio.
Sulla questione è intervenuto Marco Cossolo, presidente di Federfarma Torino, che ha inviato alla redazione una lettera nella quale ha spiegato: «È stato detto che l’esercizio accusato di “comparaggio seriale e sistematico” era una farmacia. Devo però farvi notare che in realtà si tratta di una parafarmacia. D’altra parte era facile cadere in errore, dal momento che tale parafarmacia ha posto in atto una pratica tanto ingannevole quanto comune: quella di scrivere nell’insegna la parola “farmacia” con un carattere grande e la parola “para” con un carattere molto più piccolo, reso ancora meno evidente dal suo orientamento in verticale». Nella trasmissione del 14 marzo Striscia ha ammesso l’errore.
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