L’ipertensione arteriosa continua a essere una delle principali minacce per la salute cardiovascolare a livello globale. In vista della Giornata mondiale contro l’ipertensione, Giuseppe Danilo Norata, docente dell’Università degli Studi di Milano e coordinatore del Gruppo di lavoro cardiovascolare e metabolismo della Società italiana di farmacologia (Sif), offre una panoramica sulla questione, rispondendo a dieci quesiti chiave. Come è noto, infatti, l’ipertensione, definita come un aumento cronico della pressione sanguigna oltre i livelli normali, rappresenta un significativo rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari. Fattori di rischio includono una dieta ricca di sale di sodio, sedentarietà e un elevato consumo di alcol. Si propone l’intervista al docente predisposta dalla Società italiana di farmacologia (Sif).

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In che cosa consiste l’ipertensione?

Si tratta di una condizione in cui i livelli di pressione sanguigna sono superiori al normale (generalmente in più misurazioni >140mm Hg pressione sistolica e > 80mm Hg diastolica). Più è elevata la pressione, maggiore è lo stress sulle pareti arteriose e, di conseguenza, il rischio di malattia cardiovascolare.

Quali sono i principali fattori di rischio?

I principali fattori di rischio sono una dieta non salutare e arricchita con sale di sodio, la mancanza di attività fisica e un elevato consumo di bevande alcoliche.

Quali strategie farmacologiche sono disponibili oggi per il trattamento dell’ipertensione?

Oltre all’importanza rivestita dallo stile di vita, i trattamenti di prima linea per l’ipertensione prevedono l’utilizzo di quattro categorie diverse di farmaci, spesso in combinazione: gli Ace inibitori (Acei), i bloccanti del recettore dell’angiotensina II (Arbs), i bloccanti del canale del calcio e i diuretici. A questi trattamenti farmacologici, oggi si aggiungono anche una serie di strategie che pongono il paziente al centro dell’attenzione. Così, da un lato, assistiamo a un crescente interesse verso l’utilizzo di device semplici – come, ad esempio, smart watch – per monitorare i cambiamenti di pressione nell’arco della giornata, collegati a un sistema di telemonitoring a disposizione del medico; dall’altro, si cerca di migliorare l’aderenza dei pazienti alla terapia attraverso singole polipill contenenti principi attivi con meccanismi d’azione sinergici e che consentano un’unica somministrazione giornaliera.

Qual è l’efficacia dei farmaci attualmente disponibili?

Le linee guida per il trattamento dell’ipertensione sono il risultato di numerosissimi studi che dimostrano una riduzione degli eventi cardiovascolari nei pazienti trattati con farmaci antipertensivi.

Quali sono i principali effetti collaterali?

A seconda della classe di farmaci, possiamo osservare: tosse secca, diarrea o costipazione, malessere, problemi di erezione, nervosismo, stanchezza e debolezza, nausea e vomito.

Si può guarire oggi dall’ipertensione, grazie ai farmaci?

I farmaci antipertensivi non permettono di guarire dall’ipertensione, ma contribuiscono a controllare i suoi livelli così da ridurre il rischio di eventi cardiovascolari.

Come si può prevenire l’ipertensione?

Per prevenire l’ipertensione, fin dalla giovane età, è consigliabile seguire semplici regole di comportamento, tra cui: avere un’alimentazione sana, ricca di frutta, verdure e farina integrale, ridurre la quantità di sale di sodio (<1,5 g al giorno), mantenere il peso corporeo entro un range adeguato, limitare l’uso di bevande alcoliche e praticare regolarmente attività fisica.

Qual è oggi l’incidenza dell’ipertensione in Italia?

I dati più recenti a disposizione, risalenti al 2019, mostrano una prevalenza del 39% negli uomini e del 28,6% nelle donne nella fascia d’età tra 30 e 79 anni.

Qual è l’incidenza dell’ipertensione nei soggetti giovani, tra i 18 e i 35 anni, in Italia?

L’ipertensione cresce nei giovani di tutto il mondo e l’Italia non fa accezione. È importante mettere in luce come nei giovani rappresenti un problema ancora maggiore rispetto agli adulti, poiché in questo caso l’ipertensione ha più tempo per danneggiare arterie e cuore, predisponendo a importanti eventi cardiovascolari, come infarto ed ictus. Lo studio italiano I-game, lanciato dal Gruppo giovani della Siia (Società italiana ipertensione arteriosa) nel 2014 e interamente progettato e sviluppato da giovani ricercatori under 35, ha mostrato che il 14% degli italiani di età compresa tra i 18 e 35 anni soffre di ipertensione arteriosa sistolica isolata, cioè ha un valore di pressione massima superiore a 140 mmHg.

Esistono terapie sperimentali in fase di studio?

Tra i farmaci attualmente in sviluppo abbiamo approcci di silenziamento genico (Sirna) per i recettori specifici dell’angiotensina (At1ar), oppure per i canali del calcio di tipo Trpc1. Parallelamente c’è molto interesse nel comprendere meglio i meccanismi legati all’ipertensione resistente e, in particolare, nel valutare il trattamento dell’iperaldosteronismo attraverso inibitori selettivi con meno effetti collaterali dei farmaci attualmente utilizzati. Infine, c’è un rinnovato interesse sul sistema dell’endotelina.

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