«Il mercato italiano degli integratori alimentari si dimostra essere, pur in uno scenario globale critico, dinamico e vivace, in grado di affrontare le numerose sfide dovute alla costante evoluzione del contesto geopolitico e sanitario». È quanto emerge dai risultati dell’indagine di settore “Aggiornamenti sull’impatto della pandemia da Covid-19 sul mercato” a cura del Centro Studi Integratori & Salute, l’associazione nazionale che rappresenta il comparto degli integratori alimentari e che è parte di Unione Italiana Food, associazione aderente al sistema Confindustria. L’evento di presentazione dei dati della ricerca ha visto la partecipazione della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo e dell’Area Studi Mediobanca.
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I risultati dell’indagine
Quanto ai risultati dell’indagine, la sigla ha sottolineato che «hanno risposto 84 aziende associate di prodotti a marchio (69% delle rispondenti), in conto terzi (26%) o entrambi (5%)». La ricerca «è nata con l’obiettivo di valutare l’impatto dovuto alla persistenza della pandemia da Covid-19 sul mercato degli integratori nel 2021, le esigenze e le aspettative delle aziende per il futuro tenendo conto del contesto geopolitico attuale». Nel dettaglio «il mercato italiano degli integratori alimentari ha raggiunto ormai i 4 miliardi di euro e, peraltro, rappresenta un’eccellenza in termini di occupazione femminile ad alta professionalizzazione, know-how produttivo e ricerca & sviluppo. Dall’indagine è emerso che nonostante il 70% del campione dichiari che la pandemia abbia ancora un impatto sulla propria azienda, il 52% ha riportato una dinamica positiva del fatturato».
I driver degli investimenti: digitalizzazione e innovazione
Nel rapporto emerge che «l’emergenza sanitaria ha accelerato i processi di digitalizzazione e innovazione di molte aziende italiane, tra le quali anche quelle operanti nel settore degli integratori alimentari; ben il 61% infatti, ha dichiarato di aver investito a livello industriale. Tra gli ambiti di azione, al primo posto le aziende mettono l’integrazione e lo sviluppo digitale dei processi aziendali (43%), seguito dagli strumenti digitali per la gestione dell’informazione medico-scientifica (28%), Internet delle cose e delle macchine (20%), strumenti digitali per la gestione della relazione con il farmacista (8%). Risultati che confermano l’atteggiamento positivo delle aziende davanti alle sfide del futuro arrivano anche dalle assunzioni. Il 71% delle aziende dichiara, infatti, di aver ampliato il proprio organico nel 2021». Sebbene «la pandemia abbia comportato ritardi (38%), riadattamenti (23%) e in alcuni casi interruzioni (6%) di lanci di prodotto, il 33% delle aziende non ha subito battute d’arresto, continuando a lavorare su nuove soluzioni».
L’importanza del consiglio del farmacista
Il consumatore di integratori alimentari è responsabile e attento. Il consumo di questi prodotti è sostenuto, infatti, nella maggior parte dei casi dal parere di esperti. Farmacista (45%) e medico (36%) rimangono le principali fonti informative a cui ci si rivolge. La ricerca di settore ha evidenziato infatti che il 51% delle aziende rispondenti non utilizza l’e-commerce per la vendita dei propri prodotti e il 46% non prevede l’utilizzo di questo canale neanche in futuro, mentre il restante 54% si dimostra aperto all’opportunità: attraverso il sito aziendale (22%), marketplace (16%) o portali specializzati (16%). Chi nel 2021 ha, invece, abbracciato il canale online afferma di averlo utilizzato per la vendita di integratori su diversi mercati: italiano (30% dei rispondenti), estero (4%), entrambi (15%)».
Le nuove sfide delle aziende del comparto
Germano Scarpa, presidente di Integratori & Salute, ha sottolineato come «nel processo di sviluppo le aziende sono consapevoli che dovranno tener conto anche di nuove sfide determinate da: emergenza ambientale, espansione dei processi di digitalizzazione, e-commerce ed evoluzione della comunicazione sempre più proiettata all’omnicanalità. La nostra filiera si è mostrata resiliente e in salute, evidenziando dinamiche positive nel fatturato, nella produzione in generale, nell’occupazione e negli investimenti, in particolare in ambito digitale. Tuttavia, il nuovo contesto geopolitico legato alla guerra Russia-Ucraina continuerà ad avere fortissime ripercussioni su tutti i comparti industriali e produttivi. Per il nostro settore quindi l’aumento di costi/tempistiche legati alla produzione degli integratori, la logistica, la sostenibilità e la digitalizzazione rappresentano le principali sfide del futuro».
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