industria farmaceuticaQual è il grado di innovazione nell’industria italiana? A rispondere alla domanda è un report pubblicato dall’Istat, nel quale si spiega che «nel triennio 2012 – 2014, il 44,6% delle imprese con 10 o più addetti ha svolto attività finalizzate all’introduzione di innovazioni». Tuttavia, rispetto ai tre anni precedenti «la quota di imprese che innovano scende sensibilmente»: il dato precedente era infatti pari al 51,9%. Un calo in buona parte spiegato, sottolinea l’istituto di statistica, «dalla riduzione degli investimenti in innovazioni organizzative e di marketing». L’industria si conferma in ogni caso il settore più avanzato in materia, «con il 50,5% di imprese con attività innovative e il 40,4% di imprese innovatrici in senso stretto». La quota di imprese che innovano è però in sensibile flessione in tutti i macro-settori: «La propensione all’innovazione – prosegue l’Istat – varia sensibilmente tra i comparti di attività economica: nell’industria, le imprese del chimico-farmaceutico e quelle di computer e prodotti di elettronica sono tra le più innovative, mentre nei servizi la maggiore propensione all’innovazione è registrata nell’informatica, nel settore assicurativo, e, ovviamente, nel settore della ricerca e sviluppo». Sotto il profilo settoriale, la spesa per l’innovazione per ciascun addetto varia notevolmente: al primo posto si colloca l’industria (8.000 euro per addetto), seguono i servizi (4.300 euro per addetto) e le costruzioni (2.800 euro per addetto). Le grandi imprese sono quelle che presentano la spesa media per addetto più elevata (9.000 euro). Con punte nell’industria farmaceutica (20.000 euro), nella fabbricazione di altri mezzi di trasporto (18.600 euro) e nel comparto dei computer e prodotti di elettronica (18.100 euro). Più in generale, nell’industria la ricerca e sviluppo (interna o commissionata a soggetti esterni) rappresenta circa il 50% della spesa complessiva, e in settori storicamente innovativi, come l’industria farmaceutica, l’elettronica, la meccanica, e la fabbricazione di autoveicoli e di altri mezzi di trasporto si raggiungono anche i due terzi del totale.

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