La sostenibilità ambientale è di primaria importanza per la salute dell’uomo. Un obiettivo ambizioso la cui realizzazione necessita di una transizione verso nuovi modelli industriali sostenibili e un ripensamento delle strategie e dei modelli di produzione innovativi. Il cambiamento climatico, l’urbanizzazione, l’inquinamento atmosferico e la produzione industriale non sostenibile rappresentano un problema sull’insorgenza e sull’aggravarsi delle patologie croniche, come malattie cardiovascolari, diabete e obesità.

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L’impatto ambientale delle pratiche sanitarie

La crescente preoccupazione per l’impatto ambientale delle pratiche sanitarie ha posto l’attenzione sull’importanza di sviluppare e implementare soluzioni e tecnologie terapeutiche innovative che generino sostenibilità, ricercando nuovi modi di progettare i prodotti, il loro riciclo o riutilizzo e rimodellando le attività produttive per ridurne i consumi e i rifiuti. In questo contesto, l’approccio alle cure ha un ruolo strategico nel contribuire a ridurre l’impatto ambientale, anche attraverso soluzioni e tecnologie sanitarie sostenibili, che non curino soltanto la patologia cronica ma che preservino un ambiente di vita sano, a favore di una migliore qualità di vita dei pazienti, sia in ottica di cura che di prevenzione. Innovazioni terapeutiche sviluppate e prodotte per essere sostenibili per l’ambiente presentano vantaggi non solo per la salute, ma anche per il Servizio sanitario nazionale, contribuendo alla riduzione dell’insorgenza di malattie croniche e, quindi, a una riduzione dei costi per il Ssn nel lungo periodo.

Prospettive e raccomandazioni frutto di un lavoro di confronto

Se ne è parlato ieri presso il Centro Studi Americani, nel corso della presentazione del policy brief “Care 2Cure. Innovazione terapeutica e sostenibilità ambientale” realizzato da Edra Spa con il supporto non condizionante di Novo Nordisk. Il progetto raccoglie una serie di prospettive e raccomandazioni frutto della discussione di un board di esperti e del contributo dei rappresentanti di associazioni di pazienti per riconoscere e rendere prioritario il legame tra innovazione terapeutica e sostenibilità ambientale, partendo dal presupposto che l’integrazione della sostenibilità ambientale nelle pratiche sanitarie richiede un approccio multidisciplinare che coinvolga tutti gli attori del settore, dalle istituzioni sanitarie alle industrie farmaceutiche, fino ai cittadini, con azioni strategiche condivise. Attraverso politiche integrate, incentivi e programmi educativi, è possibile promuovere un sistema sanitario che non solo curi le patologie ma preservi anche l’ambiente per le generazioni future.

Garantire le cure il più vicino possibile al paziente

Ha aperto i lavori della giornata Francesco Saverio Mennini, Capo Dipartimento della Programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Servizio sanitario nazionale, ministero della Salute, affermando che: «Questo Ministero ha dimostrato di prestare molta attenzione al problema dell’impatto ambientale, introducendo per la prima volta un dipartimento “One health” che si andrà a occupare anche di impatto ambientale. Lo stesso è, infatti, considerato una variabile fondamentale, sia quando parliamo di Servizio sanitario nazionale in generale, che in relazione alla ricerca di innovazione sul territorio nazionale. Il nuovo modello cerca di garantire le cure il più vicino possibile al paziente, fattore che si rivela vincente anche dalla prospettiva dell’impatto ambientale. Coniugare innovazione e impatto ambientale vuol dire valutare le innovazioni e premiare quelle che, oltre a garantire un vantaggio in termini di efficacia, costi diretti ed indiretti, riescono anche a migliorare tale impatto. Questa è la strada che il dipartimento One Health sta cercando di percorrere».

Sostenibilità ambientali con diversi approcci e criteri

Luca Pani, professore farmacologia clinica – Unimore e Psichiatria clinica – Universita di Miami, sottolinea che: «La sostenibilità ambientale nell’innovazione può essere valutata attraverso diversi approcci e criteri. Tra questi, l’analisi del Ciclo di Vita (Lca), che valuta l’impatto ambientale di un prodotto o servizio dalla sua produzione allo smaltimento, e l’eco-efficienza, che mira a creare più valore con meno impatti ambientali. Hanno un ruolo fondamentale anche le certificazioni ambientali, aiutando a garantire che le innovazioni rispettino criteri ambientali rigorosi, l’utilizzo di materiali sostenibili per la produzione di beni e l’implementazione di strategie di mitigazione del cambiamento climatico. In ultima istanza, si segnala anche la responsabilità Sociale delle Imprese (Csr), che include l’impegno per condizioni di lavoro sicure e giuste, il coinvolgimento delle comunità locali e il rispetto dei diritti umani».

Health technology assessment dovrà tener conto delle quesitoni ambientali

Pierluigi Russo, direttore tecnico scientifico di Aifa, afferma l’importanza dell’One health, sottolineando che «Il concetto di One health si sta affermando in maniera crescente. Anche il settore industriale, nel quale rientra quello farmaceutico, non può che trarre vantaggi dall’adozione di pratiche sostenibili nel ciclo di vita di un prodotto. Le discussioni oggi in essere a livello europeo sull’evoluzione e l’implementazione delle metodiche di Health technology assessment dovranno tener conto anche della dimensione ambientale delle innovazioni tecnologiche al fine di consentire un’adeguata e più completa valutazione. Auspico infine che si consideri un approccio sostenibile anche per quei prodotti che hanno una gestione al di fuori della farmacia ospedaliera e che potrebbero, ad esempio, esser soggetti a dispersione nell’ambiente nella loro fase di smaltimento».

Le priorità in ambito di politica sanitaria

Francesco Giorgino, professore Ordinario di Endocrinologia, Università degli Studi di Bari Aldo Moro – Senior Vice President, European Association for the Study of Diabetes (Easd), ha evidenziato che: «C’è una stretta connessione tra la produzione di farmaci nell’industria farmaceutica e l’impatto sulla salute dei pazienti, soprattutto con malattie cronico-degenerative (come il diabete). Bisogna portare tale fattore all’attenzione degli stakeholders, integrandolo con percorsi capaci di accogliere questi aspetti e renderli prioritari in ambito di politica sanitaria. Per noi clinici è fondamentale una maggiore sensibilizzazione rispetto a questo problema. Generalmente, siamo molto attenti all’efficacia terapeutica di un farmaco, ma accanto a questo dovremmo anche pensare alla semplicità di somministrazione e di utilizzo, nonché all’impatto ambientale del farmaco e del dispositivo con cui viene somministrato. Questo non ha solo una ricaduta dal punto di vista ambientale e finanziario, ma anche sulla stessa salute del paziente, contribuendo a inquinare di più e ad aumentare le temperature, con la generazione di maggiore anidride carbonica».

Maggiore consapevolezza sulle azioni quotidiane da intraprendere

Massimo Riccaboni, professore di economia, Imt Scuola Alti Studi, Lucca, indica le priorità che si dovrebbero attribuire alla sostenibilità ambientale di una nuova tecnologia sanitaria, evidenziando che: «Dobbiamo dotarci di modelli di valutazione della sostenibilità delle cure a 360 gradi che integrino le tradizionali valutazioni di Hta con le stime di impatto ambientale». Angelo Avogaro, presidente Società italiana di Diabetologia, Sid sottolinea: «Il personale del sistema sanitario nazionale deve essere consapevole non solo del contesto ambientale in cui i pazienti vivono ma anche come ospedali, trasporti, devices possano a loro volta impattare negativamente sull’ambiente. È necessaria una maggior consapevolezza di come le nostre azioni quotidiane e il mondo del lavoro in cui operiamo impattino sulla salute stessa del cittadino».

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