«Dal primo gennaio 2023 le cessioni di prodotti per la protezione dell’igiene femminile non compostabili e di alcuni prodotti per l’infanzia saranno soggette ad aliquota Iva del 5%». È quanto ha ricordato Federfarma, la quale ha sottolineato che i titolari sono invitati a «verificare il corretto aggiornamento dei gestionali in uso presso le farmacie». In particolare, la Federazione ha segnalato che «il comma 72 dell’art. 1 della Legge 197/2022 (Legge di Bilancio 2023), pubblicata sul S.O. n. 43 alla G.U. n. 303 del 29 dicembre 2022, ha stabilito che dal primo gennaio 2023, alle cessioni di prodotti per la protezione dell’igiene intima femminile (assorbenti e tamponi) non compostabili, si applicherà l’Iva nella misura del 5%». Dunque «la medesima aliquota Iva del 5% si renderà applicabile, sempre a partire dalla data del primo gennaio 2023, anche alle cessioni di alcuni prodotti per l’infanzia: latte in polvere o liquido, preparazioni alimentari di farine, semole, semolini, amidi, fecole o estratti di malto condizionate per la vendita al minuto, pannolini, seggiolini per gli autoveicoli».
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Aliquota Iva vaccini anti Covid
Federfarma ha poi precisato che sempre dal primo gennaio 2023 «l’aliquota Iva applicabile alla cessione di vaccini anti Covid – attualmente preclusa alle farmacie – sarà quella del 10%, analogamente a quanto avviene alle cessioni degli altri medicinali». Dunque, alla luce di quanto evidenziato, «le farmacie sono invitate a verificare, con le software house di riferimento, il corretto aggiornamento dei gestionali in uso alla modifica normativa in discorso».
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