Un omaggio ai farmacisti della Lombardia impegnati nella lotta al Covid-19. È il fulcro della campagna «Il sorriso attraverso la maschera», lanciata da Federfarma Lombardia e pubblicata online sul proprio sito Internet istituzionale. I contenuti, suddivisi in una serie di video, riportano le testimonianze di decine di farmacisti operanti in Lombardia, nei grandi centri ma anche nelle piccole realtà rurali, a supporto dei pazienti nei i giorni più duri dell’emergenza derivante dalla massima diffusione del Covid-19.
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«Per tutti i cittadini eravamo una certezza»
«Il periodo dell’emergenza Covid è stato per noi molto faticoso, sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista psicologico». È la testimonianza di Francesca Caprani, titolare a Montevecchia, in provincia di Lecco. La farmacista spiega che «è stato un periodo in cui il nostro scopo era di tenere a casa più persone possibili, soprattutto i malati cronici e gli anziani. In collaborazione con i volontari comunali e con la protezione civile siamo riusciti a consegnare più farmaci possibili. Il telefono squillava continuamente: ricordo che le prime parole che ci dicevamo al telefono era “come sta”. Superata questa risposta andavamo avanti. Vendevamo farmaci – prosegue Caprani – ma posso dire che regalavamo tempo e ascolto. Eravamo uno dei pochi esercizi aperti e in quel momento per tutti i cittadini eravamo una certezza. Non potevamo chiudere. Uno dei momenti più difficili è stato quando sono rimasta da sola in farmacia, avevo un collega ammalato e un’altra collega in quarantena, ma anche in quel momento mi sono detta che non era possibile chiudere: eravamo un un servizio indispensabile per i cittadini».
«Questa esperienza ha consolidato lo spirito della professione»
Tra le numerose testimonianze pubblicate anche quella di Roberto Spampatti, farmacista ad Erba, in provincia di Como, il quale ricorda che «ci siamo dovuti confrontare con un’emergenza che non avremmo mai immaginato. Nel momento in cui credevamo di aver risolto una difficoltà se ne presentava immediatamente un’altra. L’incertezza è stato il sentimento che più ci ha messo alla prova, ma che allo stesso tempo ci ha spronato sempre a trovare nuove soluzioni. I primi giorni sono stati quelli più importanti perché ci hanno permesso di raccogliere le energie personali e professionali per partire e per dare il nostro contributo nel miglior modo possibile. Questa esperienza ha consolidato lo spirito della professione che è quello di rendere un servizio su un tema tanto importante come quello della salute. Umanamente – dice Spampatti – è cresciuta in me la capacità di adattamento continuo e costante di ascolto dei bisogni rendendomi conto sempre di più se ce ne fosse bisogno l’importanza della fiducia che i clienti ripongono nella nostra professione nei momenti più critici».
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