L’Associazione Scientifica Farmacisti Italiani ha presentato a giugno 2015 un progetto sulla compliance ed aderenza alla terapia. «Consideriamo questo come il primo passo con il quale operare quel processo di trasformazione che vede il farmacista passare da mero dispensatore di farmaci a protagonista ed elemento cardine del mondo della salute», ha spiegato l’organizzazione in un comunicato.
Il lavoro immaginato dall’ASFI si articolerà su due livelli di intervento: il primo costituito dalla presa in carico del paziente cronico, effettuata attraverso «la compilazione, secondo un rigido protocollo, di uno schema terapeutico» che verrà consegnato al paziente stesso. In questa sede il farmacista potrà raccogliere «tutta una serie di dati relativi alla terapia stessa compilando un questionario pre-codificato» al quale «ne seguiranno di successivi, con i quali si cercherà di verificare quali difficoltà o quali criticità si manifestano nel rispettare quanto prescritto dal medico». Il secondo livello di intervento prevede invece una fase nella quale il titolare «allestisce praticamente la terapia indicata in modo che il paziente si trovi i farmaci già suddivisi in quattro somministrazioni giornaliere».
In questo senso, specifica l’ASFI, l’intervento del farmacista ha dalla sua parte due punti di forza: il primo è il «ruolo attivo e insostituibile» che va dai «colloqui con il paziente» alle «conoscenze e competenze» che possono aiutare a «razionalizzare e semplificare la terapia, suggerendo le forme farmaceutiche più adatte e le modalità migliori di assunzione». Il secondo è relativo al fatto che con queste modalità di rapporto tra farmacista e paziente, quest’ultimo «non viene disturbato continuamente con sollecitazioni o richiami che, alla lunga, è assai probabile che ottengano l’effetto contrario a quello ricercato». Il riferimento è a «voci registrate o messaggi preimpostati», ai quali viene preferito un approccio che «predilige un colloquio motivazionale che può gratificare persone spesso sole e bisognose di attenzione».
L’associazione ha spiegato che garantirà il proprio impegno «ad affiancare le farmacie che vorranno aderire, aiutandole concretamente con consigli sulla gestione delle crisi e delle difficoltà, in modo che il farmacista non si trovi solo ad affrontare una sfida così impegnativa e fondamentale per l’evoluzione della sua professione». La stessa ASFI fornirà inoltre «tutto il materiale e i protocolli necessari per organizzare il lavoro, motivare i collaboratori e far fronte a dubbi ed incertezze sia di tipo legale che pratico».
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