«Bisogna reinventare il ruolo del farmacista e riposizionare la farmacia». È la conclusione a cui arriva, dopo un’analisi dello scenario attuale, Antonino Annetta, farmacista titolare e coordinatore dell’associazione e gruppo social “Mondofarmacia”. Intervistato da FarmaciaVirtuale.it, Annetta spiega come «il futuro della farmacia sia complesso e si trovi davanti un percorso irto di ostacoli, non solo per gli effetti della pandemia ma anche per le situazioni irrisolte che si trascinano da anni. Problematiche alle quali non sono ancora state trovate soluzioni atte a sostenere non solo la posizione economica di aziende che faticano sempre di più a stare sul mercato». Per Annetta anche il ruolo professionale del farmacista soffre particolarmente».
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La professione è a un punto di svolta
La professione del farmacista si è notevolmente trasformata. Annetta, che proviene da generazioni di farmacisti, riscontra grandi cambiamenti negli ultimi decenni e ritiene che una nuova svolta sia imminente. «La professione ha vissuto grandi evoluzioni nel corso dei decenni e ora siamo arrivati a una fase di svolta. La farmacia necessita un nuovo posizionamento, integrandosi sempre di più nel settore sanitario sul territorio» spiega Annetta a FarmaciaVirtuale.it. Ciò «senza dimenticare l’attività centrale di dispensazione del farmaco e di quanto ruota attorno al farmaco stesso. E su questo dobbiamo essere tutti d’accordo, altrimenti cesseremmo di esistere, diventeremmo un’altra cosa e non saremmo più farmacia. Benissimo i servizi in risposta a una comunità che chiede qualcosa di diverso, va bene rispondere alla richiesta delle istituzioni in una situazione di emergenza, ma il nostro ruolo principale non deve essere dimenticato».
Quale futuro dopo la pandemia?
Annetta si domanda quale ruolo avrà il farmacista dopo la pandemia. Questa ha portato all’attenzione delle istituzioni la professione in un momento di emergenza generale. «Finalmente le istituzioni si sono accorte che la farmacia esiste. Ma se ne sono accorte in un momento di bisogno. Cosa accadrà alla fine dell’emergenza? Le attività assegnate alla farmacia durante l’emergenza hanno dato una boccata d’ossigeno al settore, sia a livello economico sia professionale. Basti pensare che ogni volta che un farmacista esegue un tampone certifica uno stato di salute». Per Annetta «da un punto di vista professionale è sicuramente un atto importante, così come il vaccino. Questo nuovo ruolo del farmacista, però, deve inserirsi in modo strutturale in tutte le farmacie, anche quelle di piccole dimensioni per le quali i protocolli stabiliti sono spesso inattuabili».
Farmaci innovativi e attività legate al farmaco
Oltre ai servizi introdotti nel corso della pandemia, Annetta identifica altre vie per far tornare la farmacia «un’attività prospera», preservando il suo naturale legame con il farmaco. «La farmaceutica innovativa debba tornare alla distribuzione per conto. Ci sono farmaci che potrebbero entrare in Dpc e che darebbero modo alla farmacia di creare una rete di servizi con un’attenzione particolare al paziente, come avviene, per esempio, nel caso dell’assistenza farmaceutica a domicilio per i pazienti diabetici non autosufficienti. Credo che questo genere di servizi, implementato e valorizzato, potrebbe rappresentare la svolta del futuro della farmacia, facendo in modo che questa mantenga il suo ruolo legato al farmaco».
L’intervista integrale
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