In occasione di Cosmoprof Worldwide Bologna 2024, dal 21 al 24 marzo, il Centro Studi di Cosmetica Italia ha presentato le rilevazioni de “I numeri della cosmetica”, pubblicazione grazie alla quale vengono affinati i precedenti dati congiunturali e proposti ulteriori elementi di approfondimento sull’andamento del settore cosmetico nazionale. Secondo i dati preconsuntivi, nel 2023 il fatturato totale del settore cosmetico italiano ha superato i 15,1 miliardi di euro, in crescita del 13,8% rispetto al 2022. Positive anche le stime per il 2024 che vedono il fatturato oltrepassare i 16,6 miliardi di euro (+9,8% sul 2023). Nel 2023 le esportazioni hanno superato i 7 miliardi di euro, quadruplicando il proprio valore rispetto a vent’anni prima. In particolare, l’incremento del 20,2% nel confronto col 2022 ha permesso di raggiungere un primato: il settore cosmetico si è distinto tra gli altri comparti manifatturieri per il maggior tasso di crescita. Questi valori hanno un impatto positivo anche sulla bilancia commerciale che con 4 miliardi di euro supera abbondantemente i livelli pre-pandemia.

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L’andamento in Italia delle esportazioni

Analizzando le destinazioni dell’export cosmetico italiano in chiave ventennale, emerge un consolidamento di partner storici, ma anche un progressivo spostamento verso nuove destinazioni extra-europee. L’andamento delle esportazioni tra le prime dieci destinazioni vede quasi unicamente crescite a doppia cifra, con in testa gli Stati Uniti (+31,8% rispetto al 2022), seguiti da Francia (+12,6%) e Germania (+32,2%). L’indispensabilità del cosmetico è ribadita dal trend positivo dei consumi nel mercato italiano che nel 2023 superano quota 12,5 miliardi con un incremento del 9,4% sul 2022.

Focus su grande distribuzione e farmacia

La grande distribuzione resta il canale con la quota più consistente dei consumi interni (oltre 5,2 miliardi di euro), mentre le crescite a doppia cifra più evidenti sono quelle di profumeria, e-commerce ed erboristeria. La profumeria (+14,2%), secondo canale distributivo per acquisti cosmetici in Italia, recupera i condizionamenti legati alla pandemia, l’e-commerce (+12,5%) si conferma ormai un canale di acquisto radicato nelle scelte dei consumatori e nelle strategie delle aziende, l’erboristeria (+12%) segna un sostanziale recupero dei propri valori a tre anni dalla pandemia. La farmacia consolida dinamiche già in atto (+7,5%), mentre le vendite dirette (+1,1%), sia a domicilio sia per corrispondenza, risentono dello spostamento della domanda verso forme distributive più innovative. Infine, sono incoraggianti i segnali che arrivano dai canali professionali, acconciatura ed estetica, che crescono rispettivamente del 5% e del 5,3%.

I fenomeni pre e post-Covid

L’analisi dei consumi cosmetici per categorie prodotto nel 2023, confrontato col periodo pre-Covid, consente infine di descrivere nuovi orientamenti di acquisto che si sono radicati nel nostro Paese. In particolare, si registrano le ottime performance dei prodotti per il trucco viso (+20%) e labbra (+14,6%), complice il rimbalzo positivo post pandemia. In particolare, i fenomeni più evidenti riguardano i correttori per guance, fard e terre (+31,2% rispetto al 2022) e le ciprie (+22,2%). È invece meno virtuoso il trend delle categorie che hanno avuto più impatto nelle routine domestiche durante i periodi di lockdown, come i prodotti per l’igiene corpo, che ridimensionano la forte crescita registrata in precedenza, e i prodotti per la cura dei capelli che vedono un ritorno verso i canali professionali. Infine, considerando il paniere di consumo di cosmetici, i prodotti per la cura viso (16,4%), la cura corpo (15,1%) e la profumeria alcolica (14%) restano trainanti in termini di peso sul totale degli acquisti nei canali tradizionali.

Forte interesse per il comparto

Benedetto Lavino, presidente di Cosmetica Italia, ha evidenziato che «il settore cosmetico è uno dei comparti maggiormente rappresentativi del Made in Italy nel mondo. Basti pensare che negli ultimi 20 anni è raddoppiato il peso delle esportazioni sul totale del fatturato: oggi costituiscono infatti il 46% della produzione. Proprio l’export ha dato un importante contributo alla crescita del fatturato dell’industria cosmetica nazionale durante le congiunture più complesse degli ultimi anni, la crisi finanziaria e la pandemia. Il costante investimento in innovazione, la qualità dell’offerta, gli elevati standard di sicurezza e l’inconfondibile creatività italiana restano una formula vincente richiesta tanto sul mercato interno quanto sui mercati internazionali, con un crescente interesse anche da parte di nuove destinazioni extra-europee». Quanto ai canali distributivi, Gian Andrea Positano, responsabile Centro Studi di Cosmetica Italia, ha spiegato che essi «sono ancora condizionati dal rincaro dei prezzi dell’energia, tuttavia la leva inflazionistica della cosmetica registra un rialzo dei prezzi al consumo attorno al 7%, nettamente inferiore alla media dei beni di consumo che supera il 10%. Come da diversi esercizi, i consumatori si orientano su fasce di prezzo premium e su segmenti economici, escludendo progressivamente la fascia intermedia».

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