Health Technology AssessmentL’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali ha pubblicato un’indagine conoscitiva sulle attività di Health Technology Assessment (HTA) in Italia: «Il ministero della Salute e le Regioni, nel Patto per la Salute 2014-2016, hanno sancito la centralità dell’HTA per il governo del settore dei dispositivi medici e dei farmaci nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale (SSN)», si legge nel documento. Nell’indagine è stato chiesto quali tipologie di tecnologie sanitarie siano oggetto di valutazione e quali fasi del processo di HTA sono svolte a livello regionale. In particolare, è stato chiesto alle amministrazioni di indicare le tecnologie valutate nei rispettivi contesti a partire da un elenco predefinito. Tra queste figurano dispositivi medici (inclusi elettromedicali), dispositivi medici impiantabili; diagnostica per immagini; diagnostica di laboratorio; procedure cliniche, organizzative e gestionali; farmaci; programmi di sanità pubblica; Information and Communication Technology. «Dal questionario – prosegue il rapporto – è emerso che in 10 Regioni (su 11) le tecnologie più frequentemente oggetto di valutazione sono i dispositivi medici (inclusi elettromedicali) e la diagnostica per immagini. La categoria meno valutata è quella dei farmaci, segnalata solo da 3 Regioni su 11 (Piemonte, Veneto e Toscana)». È stata indagata inoltre la tipologia di personale coinvolto nella valutazione. «Dalle risposte fornite si evince che 8 Regioni (su 11) coinvolgono nel proprio team di valutazione una figura amministrativa (prevalentemente strutturata nell’organico) e la figura del clinico, prevalentemente non strutturata nell’organico (5/8). Gli economisti sono presenti in 7 Regioni, mentre le figure dell’epidemiologo, dell’ingegnere e del farmacista si riscontrano in 6 Regioni (su 11)». Se ne conclude che «anche le Regioni che non hanno adottato una formale regolamentazione relativa all’HTA sono comunque spesso a conoscenza di autonome iniziative, svolte prevalentemente a livello aziendale finalizzate allo svolgimento di qualche attività connessa all’HTA. Solo la regione Calabria dichiara di non essere informata al riguardo». L’indagine sottolinea inoltre che «le tecnologie più segnalate da Asl, AO/AOU e Irccs sono i dispositivi medici, i dispositivi medici impiantabili, le tecnologie per la diagnostica per immagini e le procedure. Raramente le segnalazioni riguardano farmaci e programmi di sanità pubblica». Infine, il documento spiega che «medici, farmacisti e ingegneri clinici sono le figure professionali prevalentemente coinvolte nelle attività di HTA; di questi solo una quota parte è strutturata a livello aziendale o regionale mentre sono frequenti forme contrattuali atipiche (es. part time, contratto a progetto, ecc.), dato questo che, se denota qualche dinamicità nel coinvolgimento di professionalità non sempre rappresentate nel SSN, per altri versi, è significativo della ancora precaria affermazione del ruolo dell’HTA».

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