Venanzio Gizzi è stato riconfermato all’unanimità alla guida della Federazione Nazionale delle Farmacie Comunali, Assofarm. Al suo fianco, l’assemblea dell’associazione ha confermato anche i membri in carica della giunta: «È una squadra eccezionale», ha commentato al nostro giornale il dirigente, che ha spiegato di considerare quello della nuova remunerazione come uno dei tempi più importanti per il prossimo mandato.
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«Abbiamo organizzato un convegno a Ferrara nel corso del quale abbiamo affrontato la questione e, al contempo, abbiamo tracciato i contorni della farmacia del futuro, una farmacia che possa superare le attuali difficoltà. Dalla discussione è emerso che l’aggiornamento dell’Atto di indirizzo rappresenta un primo passo per il rinnovo della Convenzione. Di particolare interesse è stato l’intervento dell’assessore alle Politiche per la Salute dell’Emilia Romagna, Sergio Venturi, che ha auspicato un ruolo forte della farmacia all’interno del Servizio sanitario nazionale. Ma questo ruolo forte può essere tale solo all’interno della Convenzione con il Ssn stesso. Ed è per questo che l’Atto di indirizzo deve essere più chiaro e praticabile. Anche assieme a Federfarma, ci proponiamo di fare delle riflessioni su questi punto».
Per quanto riguarda specificatamente il rinnovo della Convenzione, Gizzi nella sua relazione alla XXXIV Assemblea ha spiegato «di non dover “ritornare al via”. Negli ultimi mesi dello scorso anno la nostra giunta giudicò convincente, per quanto migliorabile, la bozza di accordo presentata dalla Sisac. Si trattava di un documento che certamente considerava la farmacia dei servizi, ma rimaneva ancora troppo debole riguardo i cosiddetti servizi cognitivi che il farmacista può e deve assumere a sé in un rinnovato e più efficace rapporto col paziente. Poi tutto si è fermato a causa del rinnovo dei vertici della Sisac e da gennaio attendiamo che il Tavolo possa ripartire, così come sta succedendo per il rinnovo della convenzione dei medici di medicina generale».
Il dirigente ha quindi ribadito il proprio sostegno all’esperienza delle Società Benefit, ed è tornato sul tema della concorrenza delle multinazionali: «Lo avevamo detto fin da subito che la riforma dei limiti proprietari contenuti nella norma avrebbe avuto pesanti riverberi anche sulle farmacie comunali. Sarebbero stati riverberi di mercato (grandi catene di farmacie private significa concorrenti più forti dal punti di vista gestionale e commerciale) e soprattutto ci sarebbero state conseguenze sui rischi di privatizzazione del nostro sistema. Da questa prospettiva noi leggiamo quanto sta accadendo a Modena, Sassuolo e Padova. Sia chiara per l’ennesima volta una cosa. Assofarm non demonizza né le multinazionali della distribuzione farmaceutica né tantomeno la concorrenza. Ritiene però che forti concentrazioni proprietarie di farmacie degradino la concorrenza, conducendo a situazioni peraltro incompatibili con un sistema sanitario pubblico: prime fra tutte l’assenza di presidi in zone commercialmente non appetibili e approcci eccessivamente commerciali alla dispensazione dei farmaci».
Infine, per quanto riguarda il rinnovo del Ccnl farmacisti, Gizzi ha osservato che «nulla di sostanzialmente nuovo è accaduto nell’ultimo anno riguardo le condizioni che riteniamo essenziali per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro delle farmacie comunali. Dal momento che ancora oggi i nostri farmacisti, sia pur meritatamente usufruiscono di condizioni contrattuali ancora decisamente superiori rispetto ai loro colleghi assunti nelle farmacie private, riteniamo che sia legittimo e fondamentalmente equo attendere il rinnovo del contratto dei farmacisti privati e sui dettagli in esso contenuti tarare il nostro».
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