remunerazione del farmacoDopo un 2016 con poche novità, il presidente di Assofarm Venanzio Gizzi indica quella che a suo modo di vedere rappresenta la priorità per il 2017: la revisione della remunerazione.

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Che anno è stato il 2016 per le farmacie comunali e più in generale per il settore della farmacia?
Di fatto il bilancio indica poche novità concrete. Abbiamo probabilmente perso alcune buone occasioni come sistema farmaceutico, ciò in particolare per via di un mancata aggressione dei problemi che effettivamente stanno investendo il mondo della farmacia.

A cosa si riferisce in particolare?
Al fatto che nel corso dell’anno appena concluso nulla è stato fatto per garantire al ruolo del farmacista la dimensione che merita. La professionalità della categoria non è ancora adeguatamente sfruttata. Mi riferisco soprattutto alla presa in carico dei pazienti da parte dei farmacisti: probabilmente ci siamo concentrati troppo sul concetto di farmacia dei servizi, che ci ha visto dibattere per anni, e abbiamo trascurato il vero servizio, quello di essere vicini ai pazienti, complementari ai medici e integrati nel Servizio sanitario nazionale. Ciò a vantaggio di tutti: basti pensare ai risparmi che possono essere centrati grazie ad una corretta assunzione dei farmaci.

Cosa pensa delle liberalizzazioni ed in particolare dell’ingresso delle società di capitale nella titolarità delle farmacie.
Si tratta di un processo già in atto, che per quanto riguarda le farmacie comunali è una realtà. Il grande capitale è già entrato nella proprietà delle farmacie comunali: alcune sono gestite ormai da multinazionali. Quello che occorre è porre alcuni paletti che evitino gli eccessi.

Nel Ddl Concorrenza, che peraltro è ancora “congelato” in Parlamento, si è deciso di limitare la proprietà delle società al 20% su base regionale. Non basta?
Non è assolutamente sufficiente. Porre come limite il 20% su base regionale significa, potenzialmente, che cinque grandi aziende potrebbero prendere il controllo di tutte le farmacie del Paese.

Sul tema del concorso straordinario farmacie qual è la sua posizione?
È stata un’occasione persa, perché le farmacie comunali non sono rientrate in quel processo di ampliamento. All’epoca ciò fu deciso perché si pensava che, essendo le farmacie comunali pubbliche, ciò avrebbe comportato tempi troppo lunghi rispetto a quelle private. Ebbene, a distanza di anni dal decreto del governo Monti, possiamo affermare che i risultati sono ancora scarsi. E visto tutto il tempo che è passato, si sarebbe potuto decidere di includere anche le comunali: ciò non avrebbe comportato perdite di tempo rischiose per il processo. Senza orientare le farmacie comunali verso i centri commerciali o nelle stazioni…

In generale come vede il settore della farmacia in questo momento?
Le farmacie sono messe male se non si decide di avviare una riflessione generale. Per il settore è necessaria una scossa, e per darla, occorre puntare in modo molto serio su una differente remunerazione del farmacista, che sappia cogliere e valorizzare la sua professionalità. È questo il nodo centrale.

È questo il proposito per il 2017?
Certamente. Il decreto Milleproroghe ha prorogato al 1 gennaio 2018 la nuova remunerazione della filiera farmaceutica. Significa che abbiamo un anno di tempo. Stiamo preparando uno studio sul tema, proprio perché è su questo punto che occorre lavorare.

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