Si è tenuto nel pomeriggio di lunedì 16 ottobre 2017 il Consiglio nazionale della Fofi, nel corso del quale il presidente Andrea Mandelli ha illustrato la propria relazione, che rappresenta di fatto un bilancio del triennio, in vista del rinnovo delle cariche previsto per la prossima primavera. Come riferito dal quotidiano della stessa federazione, Il Farmacista Online, il senatore ha ricordato il «profondo cambiamento» intervenuto di recente con l’approvazione della legge sulla Concorrenza: «Si è andati a incidere su una componente fondamentale del Servizio sanitario con uno strumento concepito e costruito dal dicastero dello Sviluppo economico, al di fuori di qualsiasi logica sanitaria. Le ipotesi che erano circolate prima della presentazione del testo avrebbero messo in caduta libera il sistema, ma il quadro che viene a disegnarsi con la legge così come approvata il 4 agosto è comunque preoccupante e ribadiamo che di questa norma non apprezziamo nulla». Mandelli ha in proposito ricordato lo sforzo, suo e del vice-presidente Luigi d’Ambrosio Lettieri, nel tentativo di far approvare emendamenti al testo. Il parlamentare ha quindi sottolineato il fatto che «il finanziamento del Fondo sanitario aumenta nominalmente», ma che «in realtà è ogni anno più lontano dal reale fabbisogno: la nota di aggiornamento al DEF varata dal governo prevede 115 miliardi nel 2018, 116 nel 2019, e 118 nel 2020. Ma la sua incidenza rispetto al PIL si conferma in calo: passerà dal 6,6% del 2017 al 6,3% nel 2020. E rispetto all’Europa siamo sempre vicini al livello minimo dell’investimento in salute: in cinque anni la crescita è stata dello 0,7% annuo e oggi sia in termini assoluti che percentuali siamo al di sotto di Francia, Germania e persino Regno Unito che pure ha drasticamente ridotto il finanziamento in questi anni». Il presidente della Fofi ha quindi toccato le questioni della galenica, delle parafarmacie e del lavoro. Sulla prima, ha ricordato di essersi fatto promotore del tavolo per la revisione della Tariffa nazionale «attivata con la collaborazione di tutte le componenti professionali». Sul tema delle parafarmacie, ha ricordato che si tratta di «un unicum in tutto l’Occidente industrializzato, innanzitutto per la presenza del farmacista fuori della farmacia. Abbiamo sin dall’inizio fatto presente che la parafarmacia così concepita, come punto di distribuzione del farmaco senza obbligo di ricetta, aveva di fronte a sé un futuro precario, non fosse altro che per la sostanziale staticità del mercato di sop e otc italiano. Era un modello destinato all’insuccesso». In ogni caso, ha aggiunto, «l’Ordine è la casa di tutti i farmacisti e ascolteremo sempre le difficoltà dei colleghi». In tema di lavoro, il senatore ha sottolineato la situazione di «grave difficoltà» per chi cerca di entrare nel mondo del lavoro, ricordando che «è di capitale importanza arrivare rapidamente al rinnovo del contratto dei collaboratori delle farmacie». Nel corso del suo intervento Mandelli ha quindi parlato della proposta di eseguire i vaccini in farmacia, del progetto MUR («La più importante esperienza a livello mondiale in tema di supporto all’aderenza terapeutica nell’asma condotta nella farmacia di comunità»), dell’entrata in vigore del dossier formativo di gruppo (Ecm) e dell’avvio della revisione del Codice deontologico. Infine, una battuta sul Ddl Lorenzin: «Il testo così come è oggi presenta incongruenze e vere e proprie antinomie normative tali da generare gravi difficoltà di interpretazione e applicazione».
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