farmaciaChi non ha mai fatto una dieta per perdere qualche chilo di troppo? A chiederselo è Nadia Toffa, che con queste parole ha aperto un servizio per la trasmissione Le Iene, andato in onda il 6 novembre. Oggetto dell’inchiesta, le prescrizioni firmate da un dietologo. Un ragazzo racconta infatti che avrebbe voluto perdere qualche chilo, e che per questo si è rivolto ad uno specialista, il quale – spiega il paziente – «mi ha consigliato di seguire una dieta dicendomi che si trattava di qualcosa di naturale. Ma sono andato su internet e ho scoperto che le capsule contenevano della fluoxetina, il che mi ha un po’ spaventato, dal momento che è utilizzato come antidepressivo e che ha una serie di possibili effetti collaterali». Ma, soprattutto, «ho scoperto che è illegale per le diete». Toffa spiega in effetti che, a questo scopo, il principio attivo era stato vietato nel 2015 dal ministero. Una tossicologa forense di Bologna elenca quindi i possibili effetti collaterali, ma il ragazzo – che ha preferito non farsi riprendere «per tutelare la privacy dei pazienti che sono ancora in cura da lui» – ha dichiarato: «Il medico non mi ha avvisato di nulla». Quindi la trasmissione ha inviato una ragazza sovrappeso dal medico, per una visita: «Dopo una mezzora di chiacchiere – spiega la Toffa – il dottore propone una dieta, definendola “un magnesio minerale che sgonfia, migliora l’umore, la vitamina B6 che depura il fegato e toglie la fame, la serotonina che è una medicina della felicità”. Ma nella prescrizione compare la fluoxetina, senza che la pazienta sia stata avvisata degli effetti collaterali». «In questo studio – prosegue il servizio – si fa anche un’altra cosa illegale: al momento di pagare, la segretaria spedisce la ricetta via fax ad una farmacia di fiducia». Andando in altre farmacie, infatti, i farmacisti spiegano che «la preparazione non la possiamo fare perché la fluoxetina non può essere prescritta da quasi un anno a scopo dimagrante. Per cui dovete tornare dal medico e farvi prescrivere qualcosa di diverso». Stessa reazione in una seconda farmacia, dove si sottolinea che la prescrizione è stata effettuata come antidepressivo e non come dimagrante, probabilmente per aggirare la norma. Invece, nella farmacia alla quale era stata faxata la ricetta, consegnano senza problemi il prodotto preparato in loco, che tra l’altro, analizzato dalla tossicologa, «presenta quantità variabili di principio attivo». Intervistata, la farmacista ha detto di non voler rispondere alle domande poste dall’inviata: «Senta, io non sono il titolare, non sono tenuta a rispondere a nulla». Quindi Toffa parla al telefono con il titolare, che si difende dicendo che sulla ricetta non è specificata la ragione della prescrizione, e, rispetto alla questione dell’invio via fax, dichiara: «Lei sta passando di palo in frasca».

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