Lo scorso 1 agosto le Federfarma di Bergamo e Lecco hanno diramato un comunicato nel quale tornano ad esprimersi sulla questione dell’affare software house (del quale FarmaciaVirtuale.it ha diffusamente parlato ai propri lettori), ribadendo che «le responsabilità della vicenda, conclusasi vergognosamente in Assemblea nazionale con il voto contrario della stessa dott.ssa Racca», non sono tutte sulle spalle di Giovanni Petrosillo, ex amministratore delegato di Promofarma dimessosi dopo l’esplosione delle polemiche.
«In risposta ad alcuni “rumors” – spiegano le due associazioni provinciali – sottolineiamo che la dott.ssa Racca è sempre stata informata sull’evoluzione del progetto, era a conoscenza delle perizie sul valore della società da acquisire, peraltro firmate da importanti consulenti di fiducia sua e di Federfarma nazionale, ha partecipato personalmente ad incontri di analisi con il suo consulente di fiducia milanese e, per via di fatti contingenti, né lei, né il dott. Petrosillo, ma altri, hanno partecipato alla trattativa finale per la definizione del valore dell’eventuale acquisizione della società. Di tutto ciò esistono prove documentali». «Oggi, purtroppo – proseguono le associazioni bergamasca e lecchese – sembra che si voglia scrivere una seconda brutta pagina della storia sindacale della Lombardia, poiché colleghi che sono stati costantemente tenuti ai margini dell’attività sindacale di Federfarma regionale, soprattutto per volere della presidenza, ora vengono sorprendentemente candidati alle massime cariche associative. Quello che però più disturba e dovrebbe colpire ognuno di noi è il mercimonio che si è consumato per stessa ammissione di uno dei candidati. Infatti, uno di loro, a più persone, ha dichiarato che avrebbe accettato la carica in esecutivo solo a condizione di ricevere ulteriori incarichi di “alto” livello nazionale, senza per questo però mutare il giudizio sul valore dell’attuale presidenza. Rispettiamo ogni libera scelta e opinione, ma non è senz’altro questa la strada per un reale rinnovamento del sindacato». La presidenza di quest’ultimo, secondo Federfarma Bergamo e Lecco, ha dimostrato «grande debolezza», è attraversata da «fratture interne» e «ha ormai perso molti dei consensi delle regioni storicamente al suo fianco». Per tutto ciò le due associazioni lombarde hanno ritenuto di non partecipare all’assemblea regionale, bollandola come teatro di «squallidi giochi di potere».
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