farmadays 2014Dal 17 al 19 ottobre l’Utifar organizza a Verona Farmadays, quest’anno giunto alla sua terza edizione; FarmaciaVirtuale ha intervistato il presidente dell’Unione tecnica italiana farmacisti, Eugenio Leopardi, per tracciare un quadro degli scenari presenti e futuri della farmacia, dell’Utifar, e di ciò che aspetterà i colleghi che parteciperanno all’appuntamento veronese.

[Se non vuoi perdere tutte le novità iscriviti gratis alla newsletter di FarmaciaVirtuale.it. Arriva nella tua casella email alle 7 del mattino. Apri questo link]

Presidente, come sta la farmacia italiana?

Ha delle difficoltà nel suo complesso che derivano anche da alcune iniziative che lo Stato prende nella convinzione di risparmiare, mi riferisco ad esempio alla distribuzione diretta e alla questione dell’abbassamento dei prezzi dei farmaci generici. Il che ha portato a una diminuzione della redditività della farmacia rispetto ad anni fa. Oggi tale riduzione continua, ma con un rallentamento, perché il boom del calo dei prezzi è superato; proseguirà, ma a un ritmo minore.

Di che farmaco ha bisogno secondo lei la farmacia?

Ha bisogno sicuramente di un’attenta gestione; negli anni passati forse non c’è stata molta attenzione alla gestione e alle spese. La farmacia ha speso con facilità, senza verificare troppo i costi di certi servizi. Oggi ogni spesa va fatta con ponderazione e va cercato il miglior fornitore di ogni servizio. È un primo farmaco; non sufficiente a curare la farmacia, ma utile. Un altro farmaco è investire nella professionalità; è la professionalità la nostra ricchezza, il motivo per cui il cittadino entra da noi, e deve essere usata anche per allargare i settori commerciali in farmacia. Noi come Utifar non abbiamo guardato con interesse alla farmacia drugstore, ma guardiamo con compiacimento alle farmacie che sanno rispondere a tutte le esigenze del cittadino. E oltre al farmaco c’è anche la richiesta da parte del cittadino di “benessere”. Ci facciamo forti della nostra capillarità, coi nostri 18mila punti sul territorio, ma quando vedo che Amazon negli Stati Uniti consegna anche la frutta fresca a domicilio, mi rendo conto che occorre anche l’interazione. La mia su Amazon è una provocazione, perché si ordina senza avere nessun consiglio. Ma se la nostra capillarità, che da sola non basta più, riesce a unirsi con un aumento di professionalità e si associa al consiglio al cittadino, che in fondo è quello che ci chiede entrando in farmacia, difficilmente saremo cancellati dal panorama sanitario.

Qual è il futuro della farmacia italiana, e in che direzione sta andando?

La farmacia deve andare in una direzione professionale, e bisogna far sì che questa professionalità venga riconosciuta dallo Stato e anche remunerata. Questo va fatto facendo capire quanto risparmio porta il servizio del farmacista. Ci stiamo andando, in questa direzione, ma serve un’opera di formazione dei farmacisti e soprattutto un’opera di lobby sullo Stato.

Secondo lei la via è liberalizzare di più, aprendo l’accesso al farmaco, o le regole che ci sono funzionano?

Delle norme ci vogliono, perché solo con le regole di mercato e del profitto viene a cadere la certezza del servizio per il cittadino. Si può modificare qualche misura che magari era superata, come il mese di ferie, ma la liberalizzazione senza regole non dà certezze.

Dal 17 al 19 ottobre l’Utifar organizza a Verona “Farmadays – Ricette per il cambiamento”, quali novità potrà trovare il farmacista?

Oltre agli stand tradizionali, ci saranno corsi di galenica, corsi di formazioni sul marketing, sulle risorse umane, la presenza del ministro Lorenzin, un incontro con i principali commercialisti di settore, una sessione sull’evoluzione del mercato. Una novità è un’area dedicata ai colleghi che si apprestano a diventare titolari di farmacie, per fornire loro nozioni e un supporto, partendo dal presupposto che sono farmacie che aprono in un momento non ideale per il settore.

Ci sarà anche la presentazione del bilancio sociale della farmacia italiana; qualche anticipazione?

Presenteremo un’analisi di ciò che la farmacia fa per la società e per il cittadino; abbiamo voluto calcolare, ad esempio, quanto tempo viene impiegato dal farmacista per dare un consiglio, che è gratuito, quello che rappresentano la farmacia e il farmacista per il territorio, che spesso offre tanti servizi non retribuiti. Noi queste cose le conosciamo, ma vogliamo farle conoscere anche alle istituzioni per far capire che la farmacia deve avere una sostenibilità.

“Farmadays” è alla terza edizione, come rispondono i farmacisti al sempre più variegato contesto degli eventi fieristici?

C’è sicuramente un proliferare di manifestazioni e incontri, ma il farmacista mi sembra che risponda ancora bene e abbia piacere di partecipare. Certo, le difficoltà delle farmacie creano di conseguenza alcuni problemi a partecipare a questi incontri, ed è la ragione per cui noi con Farmadays daremo più spazio online per comunicare quello che è stato detto. Credo che nel tempo la direzione sia che gli eventi saranno sempre più virtuali, anche se la partecipazione diretta ha il valore aggiunto della possibilità di interazione.

La vittoria alle recenti elezioni dell’Utifar le ha conferito un’ulteriore responsabilità per il prossimo triennio, come sarà l’Utifar di questo mandato?

Sarà un’Utifar più vicina ai colleghi; la nostra intenzione è andare sul territorio, stare vicino ai farmacisti. Continueremo a fare formazione, laboratori di galenica, ma vogliamo aggiungere anche una presenza sul territorio, con l’occasione di far conoscere il bilancio sociale, per raggiungere anche quei farmacisti che non si possono spostare.

© Riproduzione riservata

Non perdere gli aggiornamenti sul mondo della farmacia

Riceverai le novità sui principali fatti di attualità.

Puoi annullare l'iscrizione con un click. Non condivideremo mai il tuo indirizzo email con terzi.