farmacistiIn un sistema economico globalizzato come quello attuale, in cui ci si trova sempre più spesso a competere con colossi multinazionali e grande distribuzione, è sempre più difficile per il singolo operatore, complice la dura crisi degli ultimi anni, riuscire a sopravvivere. Anche la farmacia non è esente da questa situazione, ma una valida alternativa potrebbe essere quella di fare rete con altre realtà, secondo il vecchio adagio per cui “l’unione fa la forza”. FarmaciaVirtuale.it ha intervistato Paolo Gaoni, presidente di Sinfarma, la più grande realtà di farmacisti in cooperativa per la distribuzione del farmaco in Lazio.

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Nelle settimane scorse Sinfarma ha ospitato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin; cosa è emerso dall’incontro?

Il ministro ha affrontato il tema dei tagli lineari della spending review, che avrebbero potuto provocare gravi danni al comparto sanitario; ci ha detto di essersi opposta a ulteriori tagli proposti dal ministero dell’Economia, riuscendo a imporre la sua linea. È un fatto che ci ha ovviamente molto sollevato, perché anche la farmaceutica sarebbe stata colpita, e tutto quello che c’era da tagliare in farmacia in questi anni è stato tagliato, continuare su quella strada avrebbe significato mettere in discussione il servizio. Abbiamo poi parlato della farmacia dei servizi, di cui ultimamente si è tanto discusso; il ministro ha detto di crederci molto. La farmacia potrebbe diventare un front office, una specie di sportello sanitario per il cittadino, e in tal senso è fondamentale creare una rete tra farmacia, diagnostica, medici di medicina generale e infermieri.

Guardando più nel dettaglio, cos’è una cooperativa di farmacisti?

Le cooperative sono nate nei primi anni ’70 come gruppi di acquisto, per aumentare la competitività nel settore della distribuzione intermedia. La logica è stata “mettiamoci insieme e compriamo insieme, così riusciamo a spuntare i prezzi migliori”. Da allora le cooperative hanno iniziato a ingrandirsi, a fondersi anche, diventando veri e propri distributori intermedi, con la differenza di essere vicini alla farmacia perché costituite da farmacisti.

Quali sono i vantaggi di una cooperativa per i farmacisti?

Dal punto di vista commerciale, il vantaggio è la ricerca delle migliori condizioni di prezzo, ma essendo composta da farmacisti, la cooperativa è anche un laboratorio di incontro e confronto tra colleghi su idee e problematiche, soluzione dei problemi; una sorta di osservatorio sui cambiamenti del settore. D’altra parte, la cooperativa ha proprio nello statuto di occuparsi di distribuzione di farmaci e parafarmaci, ma anche di erogare servizi di supporto alla farmacia ai soci, e oggi questo aspetto sta diventando sempre più importante.

In un articolo avevamo parlato già due anni fa di economia a chilometro zero in farmacia per favorire lo sviluppo economico e sociale del territorio; in che modo si potrebbe riuscire a infondere questa mentalità tra i colleghi farmacisti?

Il grossista multinazionale lavora sul fatturato, mentre le nostre realtà sono molto più vicine alla farmacia, proprio perché costituite da colleghi. Nel corso degli anni ci siamo resi conto che la percezione del farmacista nei confronti della cooperativa rischiava di essere quale quella di un grossista tout court, senza rendersi conto che stare in cooperativa ha invece un senso in più, soprattutto alla luce dei cambiamenti degli ultimi anni, in cui il Sistema sanitario nazionale sta vedendo una contrazione in termini di redditività della farmacia.

Quale è il suo parere riguardo alla presenza di capitali esteri nella distribuzione del farmaco in Italia?

È una presenza legittima con cui ci dobbiamo confrontare ogni giorno, ed è anche quella che controlla, se guardiamo al contesto anglosassone, le farmacie. Di fatto significa che grandi società di capitali gestiscono sia la distribuzione che la farmacia; l’Italia al momento non lo consente, ma nel momento in cui dovesse farlo sarebbe dura.
Ci parli di Sinfarma, come si articola?
Sinfarma è nata nel 2008 dalla fusione di due cooperative presenti a Roma e provincia; da qualche tempo abbiamo iniziato a coprire anche la provincia di Frosinone. Serviamo circa 500 farmacie ogni giorno, 360 delle quali sono socie, le altri clienti. Abbiamo circa 200 collaboratori fissi, due magazzini di 9 mila e 2 mila quadri, e il fatturato è sui 250 milioni di euro all’anno.

A chi si rivolge Sinfarma?

Ci rivolgiamo principalmente ai soci, ma non solo. La nostra intenzione è di consolidare il lavoro sul territorio, anche affacciandoci, come già stiamo facendo, a quelli limitrofi.

Quale è la rosa di servizi offerti ai farmacisti?

Abbiamo costituito una rete di impresa tra i nostri soci creando un network,”piùbene”, che conta circa cento farmacie che oltre che gruppo di acquisto fanno anche rete di vendita; non solo comprano insieme, ma vendono con logica di gruppo. Sinfarma si rivolge ai farmacisti, mentre “piùbene” si rivolge agli utenti finali, cioè i cittadini. Ciò significa logiche di prezzo simili, servizi, formazione; su quest’ultimo fronte a Sinfarma abbiamo costituito anche “Accademia Farmacia”, una scuola di formazione. Inoltre abbiamo dato vita a un consorzio per l’assistenza primaria, per fare rete intraprofessionale e riunire i diversi operatori dal farmacista al medico di medicina generale, la parte diagnostica, l’infermiere e le cooperative sociali.

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