Il dibattito che si è aperto alla vigilia della manifestazione ha fatto i primi passi nella giusta direzione. Ha ragione il Vicepresidente Utifar Maurizio Cini: le tematiche relative alle parafarmacie debbono trovare una risposta legislativa. Cogliamo questa occasione per tornare a discutere di professione abbandonando tentativi più o meno occulti di ghetizzare chi non è in linea. Apriamoci al confronto e facciamolo a 360° gradi senza lasciare nulla d’intentato.
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Vincenzo Devito, parlando della manifestazione auspica un confronto franco, senza steccati, che abbracci tutte le problematiche della professione, spesso nascoste sotto il tappeto come la polvere, ma destinate a ripresentarsi come in questo periodo di crisi.
L’occupazione al primo posto, ma anche la qualità del lavoro del farmacista.
La ricerca di un ruolo diverso, più attivo nei confronti del paziente che a noi si rivolge è fondamentale, ma guardare anche alle esperienze di altri Paesi con l’adozione di vere e proprie Linee Guida al consiglio, come proponemmo al Congresso dei farmacisti non titolari di Rimini, può rappresentare una strada efficace.
La società cambia molto velocemente, non fa la stessa cosa l’Università e un cambiamento del corso di laurea in farmacia non è più rinviabile. Certo, qualcuno propone strade più facili, ma a noi piace continuare a pensare che l’università non debba mai rappresentare un luogo chiuso in se stesso, ma aperto ai cambiamenti ove si prepara l’élite del domani. Per fare questo è necessario adeguare il percorso di studio specializzando, per quanto è possibile, il futuro laureato.
La scelta dei percorsi deve guardare alle nuove opportunità, con particolare riferimento alle biotecnologie e agli studi clinici pre e post brevetto. In generale, a nostro avviso, si dovrà spostare il peso delle conoscenze nel campo bio-medico e clinico, non perdendo, al contempo, tutte quelle opportunità già presenti, ma non sfruttate. La nostra idea di un corso di studi a forte specializzazione merita una discussione profonda.
Siamo consapevoli che la nostra preparazione sino ad oggi non sia stata valorizzata sino in fondo, ragioniamo tutti insieme come far comprendere meglio alla società in quali settori della tutela della salute pubblica la nostra opera potrà essere fondamentale.
La farmacia è certamente il bacino che offre maggiori possibilità d’impiego, ma non bisogna essere rinunciatari anche in altri settori, come ad esempio quello industriale ove la ricerca di determinate figure non sempre trova risposte adeguate nel corso di studi in farmacia. Opportunità possono essere create anche nella ricerca clinica, nel controllo di qualità e farmacovigilanza, nel ruolo di farmacista di corsia, nel clinical control, nei settori pubblici e privati dell’amministrazione degli acquisiti ecc. ecc.
Ci sono spazi che vanno riconquistati come quello dell’insegnamento ed altri che debbono riacquistare profondità scientifica, analisi, preparazione adeguata.
FarmacistaPiù può essere una splendida occasione per parlare del futuro della professione a patto che l’elemento di partenza sia quello di dare a tutti le stesse opportunità, le stesse chance. Elemento che, dispiace dirlo, sino ad oggi è mancato.
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