Come riferito da FarmaciaVirtuale.it , nello scorso mese di giugno Assofarm ha proposto di introdurre una nuova figura nella rete sanitaria italiana: il “farmacista di famiglia”. Francesco Schito, segretario generale dell’associazione, ha spiegato che si tratta di una nuova concezione di presa in carico del paziente, facendo sapere che una prima sperimentazione sarà avviata con la Usl Toscana Sud Est. Francesco Imperadrice, presidente del Sindacato nazionale farmacisti non titolari (Sinasfa), ha parlato di «ottima iniziativa che prevede una presa in carico da parte del farmacista delle famiglie che presentano particolari bisogni, magari delle quali fanno parte pazienti appena dimessi da un ospedale. Un anello di congiunzione tra il medico curante, il servizio ospedaliero e il cittadino».
Ma cosa ne pensano i farmacisti? Il nostro giornale ha inviato loro un sondaggio per comprendere quale sia la loro opinione in materia, interrogando sia i titolari che i collaboratori. In entrambi i casi la quasi totalità degli intervistati ha spiegato di essere favorevole all’introduzione del “farmacista di famiglia”: il 100% dei collaboratori e il 98% dei titolari. «Può essere un’opportunità per far riconoscere alla professione l’alto valore della stessa e partecipare in modo più attivo alla gestione del paziente come figura di riferimento primaria», hanno commentato i lettori della nostra testata, sottolineando anche il fatto che «si aprirebbero nuove opportunità di lavoro» e che «è importante che il paziente abbia a disposizione, in ogni momento, una figura professionale e competente in ambito sanitario». Un partecipante al sondaggio ha tuttavia spiegato come a suo avviso la funzione di “farmacista di famiglia” non debba essere «svolta solo ed esclusivamente da farmacisti con la specializzazione ospedaliera, ma da tutti i farmacisti, con adeguata preparazione al ruolo tramite corsi ad hoc». Mentre c’è chi evidenzia che questo tipo di lavoro «lo facciamo già: i nostri pazienti si affidano al personale della farmacia per una serie di piccole, e non sempre piccole, problematiche sapendo che verranno ascoltati e che le proposte che faremo loro sono sempre dettate dalla nostra professionalità». Inoltre, i lettori sottolineano il fatto che «le dimissioni dagli ospedali spesso vengono effettuate il venerdì, quando i medici di famiglia non sono più in servizio. Per questo il paziente si rivolge proprio alla farmacia per sapere come impostare la terapia e per avere subito i medicinali».
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