«Sei farmacie sono state multate con sanzioni per oltre 8.000 euro, perché effettuavano, tra le altre cose, preparazioni di farmaci a base di cannabis». A riferirlo è il giornale online DolceVita, secondo il quale la ragione è legata al fatto che «secondo il ministero della Salute il solo fatto di essere presenti sui motori di ricerca negli elenchi delle farmacie che effettuano preparazioni a base di cannabis, equivale a violare i dettami dell’art. 84 del DPR 309/90 (la legge che regola gli stupefacenti in ogni aspetto legale e illegale), il quale recita: “La propaganda pubblicitaria di sostanze o preparazioni comprese nelle tabelle previste dall’articolo 14, anche se effettuata in modo indiretto, è vietata”».
Eppure, sostiene l’articolo, «su internet è possibile trovare decine di siti che offrono lo stesso servizio, segnalando decine di farmacie che ad esempio effettuano preparazioni a base di morfina od oppiacei, senza che nessuna sanzione fosse mai stata comminata in questo senso». Il giornale ha intervistato sulla questione il farmacista Paolo Mantovani, titolare di uno degli esercizi ai quali sono state comminate le sanzioni: «Siamo presenti in tanti motori di ricerca e a volte non sappiamo neppure di esserlo – ha spiegato -. Secondo il ministero io non potrei neppure pronunciare la parola cannabis». Eppure, ha aggiunto, «la mia, come altre, è una farmacia attrezzata per effettuare preparazioni galeniche prescritte regolarmente da un medico. La nostra presenza online è utile solo per far sapere ai pazienti dove trovare le farmacie che offrono questo servizio». «In passato non avevamo mai ricevuto sanzioni di alcuni tipo – ha aggiunto Mantovani -. Solo oggi si è venuta a creare questa situazione, forse per mancanza di paletti precisi, di regole certe. È chiaro che il problema ci mette in grande imbarazzo. Stiamo portando avanti un ricorso, ma gli avvocati stessi sono in difficoltà nel capire quale sia il capo d’imputazione». Come riferito da FarmaciaVirtuale.it, anche in passato erano divampate polemiche sulla questione: Marco Ternelli, titolare di una farmacia galenica a Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia, aveva denunciato le segnalazioni da parte dello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze di alcune «situazioni anomale» seguite all’avvio della commercializzazione della cannabis di produzione nazionale. Proprio Ternelli, secondo quanto riportato da Il Salvagente, ha oscurato il proprio sito internet come forma di protesta, a seguito della contestazione amministrativa ricevuta.
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