Farmacie francesi, l’Ordine: «Non c’è alcuna accelerazione nelle chiusure delle attività»

La situazione non è rosea, ma non è vero che si sta registrando un netto peggioramento rispetto al recente passato. A gettare acqua sul fuoco rispetto alle condizioni delle farmacie in Francia è stata Isabelle Adenot, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei farmacisti. Nel corso della ventinovesima Giornata dell’Ordine, che si è tenuta lunedì 21 novembre, la dirigente ha infatti presentato le cifre riguardanti la rete farmaceutica transalpina. Ebbene, nei primi nove mesi dell’anno in corso sono 140 gli esercizi che si sono visti costretti a chiudere i battenti su tutto il territorio nazionale. Un dato che risulta di certo preoccupante, ma che non è peggiore rispetto a quello registrato nei dodici mesi precedenti: nel 2015, infatti, erano state 181 le farmacie ad aver spento la croce verde. Per questo Adenot ha affermato che «non è presente alcuna forte accelerazione nel numero di chiusure». Nello specifico – riferisce il quotidiano specializzato Le Moniteur des Pharmacies – i dati indicano che il 60% dei casi ha riguardato farmacie che erano presenti in grandi città, mentre solo il 14% ha coinvolto realtà situate in comuni di meno di 2.500 abitanti. Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, dunque, ad essere colpiti non sono stati soprattuto gli esercizi aperti nelle aree più remote del territorio francese. Altro dato particolarmente degno di nota è il fatto che il 40% dei casi riguarda farmacie che presentavano un fatturato superiore al milione di euro annuo. Infine, fa riflettere il fatto che la maggior parte dei farmacisti che chiudono decide di non proseguire la propria attività neppure in altro modo. Solamente il 13,42% di loro, infatti, effettua nuovamente l’iscrizione all’Ordine, il che significa che la loro scelta è di abbandonare la professione. Una speranza, tuttavia, arriva dal dato relativo a chi rileva una farmacia: a farlo sono, nel 48% dei casi, professionisti di meno di 37 anni di età.