«Miglioramento dell’aderenza alle terapie nei pazienti affetti da diabete e broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco)», nonché riduzione dello «switch tra prodotti diversi contenenti lo stesso principio attivo». Sono questi i principali propositi del progetto della Regione Veneto, avviato nell’ambito della Farmacia dei servizi, che entrerà in vigore, nella parte rivolta ai pazienti, lunedì 1 aprile 2019. Nel dettaglio, il progetto coordinato dall’Uoc Hta di Azienda Zero, entità operativa in capo alla Regione Veneto per i progetti legati allo sviluppo servizio sanitario regionale, prevede due fasi. La prima, già svolta, relativa alla formazione dei farmacisti delle farmacie territoriali mediante eventi di formazione residenziale e a distanza, su tematiche legate all’aderenza terapeutica, al cambio di prodotti contenenti lo stesso principio attivo, sulla tema della fragilità dei pazienti cronici e la loro presa incarico, ed infine in ambito di farmacovigilanza. Mentre, la seconda fase, operativa appunto dal 1 aprile 2019, rivolta ai pazienti, mediante il coinvolgimento di coloro che sono scarsamente aderenti o non aderenti alle terapie per il diabete e/o per la Bpco, ciò attraverso il contatto con i farmacisti al momento dell’erogazione dei farmaci prescritti dal medico.
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Il ruolo del farmacista sarà quello di seguire per due anni i pazienti, mediante una serie di azioni messe in atto al fine di migliorare l’aderenza alla terapia. Tra queste, consuelling individuale e comunicazione strutturata, mediante una piattaforma Web opportunamente predisposta, attraverso la quale le farmacie aderenti all’iniziativa potranno erogare tali servizi accessori. «Ho già avuto occasione di dire, già all’avvio della sua fase formativa rivolta ai farmacisti di comunità – spiega Franco Gariboldi Muschietti, presidente di Farmacieunite – che il progetto veneto, per il quale il nostro sindacato si è speso con grande convinzione e determinazione fin dalle sue prime battute, è un’autentica svolta nella storia delle farmacie di comunità del nostro Paese perché amplifica con contenuti alti e nuovi il loro ruolo di presidi sanitari di riferimento del cittadino nella prossimità territoriale». Ciò anche in funzione dell’aspetto economico: le Regione infatti sosterrà totalmente il progetto, con un finanziamento di 1,5 milioni di euro.
«Al di là delle cifre – evidenzia Gariboldi Muschietti -, che in ogni caso sono un importante riconoscimento del fatto che i servizi hanno un contenuto economico che va remunerato quel che più conta sono le implicazioni positive di una modalità retributiva che riconosce e sostanzia il ruolo professionale del farmacista nella presa in carico dei pazienti cronici. Possiamo dire che il Veneto apre concretamente il primo tratto di strada che la rete delle farmacie di comunità italiane dovrà percorrere fino in fondo con coraggio e determinazione, se vuole garantirsi il futuro che le compete come presidio di prossimità del Ssn».
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