Con le recenti evoluzioni relative all’avvio della sperimentazione della Farmacia dei servizi sono diverse le sigle che hanno espresso il proprio favore in merito a tale possibilità, soprattutto per il riscatto del ruolo professionale del farmacista. Davide Giuseppe Gullotta, presidente della Federazione nazionale parafarmacie italiane (Fnpi), esprime il proprio parere in merito all’importanza del farmacista sul territorio a supporto della salute delle persone. Il dirigente evidenzia che la «figura del farmacista sul territorio è importante e ancora sotto-sfruttata». Al punto da indirizzare a Roberto Speranza, ministro della Salute, l’appello di «guardare anche ai farmacisti che lavorano in parafarmacia come ad una risorsa». Gullotta sostiene che «nessuno vuole negare l’importanza territoriale e sociale della farmacia Italiana», tuttavia «ricordiamo che ancora oggi il sistema di accesso alla professione e/o di acquisizione di una farmacia non è meritocratico». Il presidente della Fnpi puntualizza che «un presidio così importante, come la farmacia, ancora oggi, viene ottenuto in molti casi in base al reddito e/o per ereditarietà».

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Di qui, l’appello di Gullotta: «Ci rivolgiamo al ministro Speranza ricordandogli che la nascita delle parafarmacie, con tutti i limiti connessi, è stata un momento di libertà professionale e rivalsa per moltissimi farmacisti italiani, che hanno visto in quella seppur minima liberalizzazione un modo per poter esprimere la propria professionalità, investendo sul proprio lavoro». «Roberto – chiosa il dirigente -, ti chiediamo di fare qualcosa disSinistra”: favorire la mobilità sociale, permettere ai giovani laureati di investire nella propria professione in Italia, piuttosto che costringerli a trasferirsi all’estero, liberalizzare settori che sono in mano da decenni ai soliti gruppi, valorizzare chi ha investito sul proprio lavoro. È questo che chiediamo a gli uomini di sinistra di questo governo». Lo scorso ottobre fu lo stesso Gullotta a ribadire che l’istituzione della parafarmacia non è «un’anomalia tutta italiana». Gullotta evidenziò che «i dati che emergono sono molto interessanti e meritano di essere commentati anche alla luce del fatto che molte inesattezze e narrazioni fatte in questi anni da Federfarma e da altre associazioni legate al sindacato dei titolari vengono smentite».

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