La farmacia dei servizi prenderà concretamente corpo nel corso dei prossimi tre anni. Ciò grazie ad un emendamento presentato alle legge di Bilancio da Andrea Mandelli e Luigi d’Ambrosio Lettieri, rispettivamente presidente e vice-presidente della Fofi. Esso prevede che in nove regioni italiane si prosegua la sperimentazione delle attività di supporto all’aderenza alle terapie e l’erogazione del servizi cognitivi previsti dalla legge 69/2009 e dal decreto legislativo 153/2009. Il tutto, ha precisato la Federazione degli Ordini, «con conseguente remunerazione economica a beneficio dalle farmacie». «In queste regioni, quindi – prosegue la stessa Fofi – i pazienti potranno usufruire a carico del Servizio sanitario, oltre agli interventi a supporto dell’aderenza alla terapia, della diagnostica di prima istanza, delle prestazioni infermieristiche e delle altre indicate nei decreti applicativi. La sperimentazione prevede che il ministero della Salute, d’intesa con quello delle Finanze e con la Conferenza Stato-Regioni, individuino nel 2018 tre Regioni in cui attuare la sperimentazione, e poi altre tre nel 2019 e nel 2020. La sperimentazione sarà finanziata con 6 milioni di euro il primo anno, 12 nel secondo e 18 nel terzo. Le Regioni saranno individuate in modo da rappresentare adeguatamente Nord, Centro e Sud del Paese e dovranno avere una popolazione superiore a 2 milioni di abitanti». L’emendamento prevede anche «che l’attività della farmacia dei servizi sia monitorata e valutata in funzione dell’estensione a tutto il territorio nazionale del modello». «Con la legge 69/2009 si era ottenuto il riconoscimento della necessità di fornire alla farmacia gli strumenti necessari a esprimere tutte le sue potenzialità di presidio sanitario polifunzionale. Con la sperimentazione prevista nella legge di Bilancio si riconosce la possibilità di remunerare il farmacista per l’attività di presa in carico del paziente con riferimento a prestazioni professionali qualificate, indispensabili per il miglioramento dell’assistenza sul territorio», ha commentato d’Ambrosio Lettieri. Aggiungendo che si tratta di «un traguardo importantissimo tanto per la professione quanto per il sistema salute». Da parte sua, Mandelli ha spiegato: «Siamo al compimento di un percorso cominciato nel 2006, con il documento di Palazzo Marini, che è stato reso possibile anche dal nostro impegno per dimostrare, con il massimo rigore scientifico, quanto vale il contributo del farmacista di comunità rispetto al processo di cura e alle pratiche di prevenzione, sia in termini di miglioramento della salute sia in termini di ottimizzazione della spesa sanitaria. Questo è un risultato importante per proseguire l’evoluzione del ruolo del farmacista all’interno del processo di cura, a vantaggio della professione e della collettività».
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