Contribuire alla prevenzione primaria degli stili di vita correlati al diabete, all’incremento dell’appropriatezza delle cure e della diagnosi precoce del diabete misconosciuto, all’aderenza alle terapie nei pazienti cronici, alla riduzione dei ricoveri impropri e degli accessi al Pronto Soccorso per i pazienti diabetici, alla ottimizzazione della governance della sanità regionale con un potenziale risparmio di risorse economiche: questi, in sintesi, gli obiettivi del progetto “La Farmacia dei servizi per il controllo delle patologie croniche: sperimentazione e trasferimento di un modello di intervento di prevenzione sul Diabete di tipo 2” che a Bari, nella sede dell’Ordine interprovinciale dei Farmacisti Bari e Bat, ha visto la fase preliminare di avvio anche in Puglia, nell’ambito del Programma 2015 del Centro Nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie del Ministero della Salute.
Al progetto – centrato sulla Farmacia dei servizi con il coinvolgimento delle Regioni Piemonte per il Nord, Umbria per il Centro e Puglia per il Sud – partecipano le Asl e le Federfarma delle province Bat e Brindisi, in sinergia con gli Ordini dei Farmacisti e dei Medici, nonché l’Università e la Asl TO3 di Torino.
“La priorità nell’agenda pubblica in tema sanitario è certamente quella di coniugare la sostenibilità del sistema alla garanzia dei livelli essenziali di assistenza”, sottolinea Benedetto Del Vecchio, presidente dell’Ordine dei Medici della Bat, “In questo contesto, è evidente come sia urgente spostare la cura delle patologie croniche, come, appunto, il diabete, dall’ospedale al territorio, fornendo servizi adeguati, efficaci, innovativi e capillari. E’ altrettanto evidente che condizione necessaria perché questo processo di trasformazione avvenga nella tutela dei cittadini, è la collaborazione interprofessionale tra i diversi attori del sistema sanitario, naturalmente nel rispetto delle rispettive competenze. Questo progetto, che parte con una malattia sociale come il diabete, ma potrà senz’altro poi essere applicato ad altre patologie, ne è un esempio concreto”.
Sul “coinvolgimento attivo della rete della Farmacie convenzionate, di medici, diabetologi ed epidemiologi”, si sofferma il direttore del Dipartimento Farmaceutico della Asl Bat, Domenica Ancona che evidenzia “il ruolo strategico rivestito dal farmacista, in stretta sinergia con i medici specialisti e i medici di base, nel progetto che va inquadrato in quella che è la nuova sfida del nostro ssn: il passaggio dalla terapia prodotto alla terapia-servizio”.
Stessa lunghezza d’onda per il presidente di Federfarma Brindisi, Paola Ribecco: “Questo progetto contribuirà a dimostrare come la strada giusta per mettere in sicurezza il nostro welfare sia quella di lasciare al territorio la gestione del cronico. Il monitoraggio del diabete, patologia diffusa e in crescita, potrà dare la misura di ciò che possiamo fare tutti insieme per rendere più efficace ed efficiente un sistema che ha davanti la sfida di una popolazione sempre più anziana e con maggiore aspettativa di vita”.
“La farmacia e il farmacista sono chiamati ad intraprendere una nuova strada che declini i contenuti di un’attività non più basata soltanto sulla dispensazione del farmaco, ma che deve accompagnare il paziente durante tutto il percorso terapeutico”, spiega il sen. Luigi d’Ambrosio Lettieri, presidente Ordine dei Farmacisti Bari e Bat, “Su questa strada siamo impegnati da tempo con la Farmaceutical Care. Il farmacista di comunità può giocare un ruolo essenziale e non sostituibile all’interno di un sistema sanitario integrato, attraverso l’adozione di strumenti idonei e condivisi che concorrono ad ottimizzare l’uso dei farmaci, migliorare l’aderenza alle terapie, ridurre gli effetti collaterali e gli sprechi, producendo di fatto un ritorno positivo del capitale impiegato dallo Stato per fornire prodotti e servizi adeguati ai cittadini”.
Perché il diabete? I numeri parlano chiaro: In Italia è la quarta causa di morte, la prima causa di cecità legale, la causa principale di insufficienza renale terminale e di amputazione degli arti inferiori. Inoltre, il diabete aumenta da due a quattro volte il rischio di eventi cardiovascolari. A questo si aggiunga il fatto che nel nostro Paese si stima che circa un milione di persone non sanno di esserne affetti. E’ lo stesso presidente di Federfarma Bat, Michele Pellegrini Calace, a confermare quanto “la diagnosi precoce in questi soggetti inconsapevoli consentirebbe l’intervento in tempo utile su stile di vita e farmaci più adeguati, contenendo lo sviluppo delle complicanze e producendo vantaggi enormi sia sul piano della salute che della sostenibilità. Diagnostica precoce e aderenza terapeutica, gestite tramite le farmacie territoriali, rappresentano un meccanismo virtuoso attraverso il quale il sistema sanitario nazionale può governare i costi, soprattutto in caso di una patologia con incidenza sociale così alta quale il diabete di tipo 2”
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