farmacia-comunalePer fare cassa il Comune di San Giovanni prova per la terza volta a vendere, mettendola in saldo, la farmacia di piazza Municipio. Dopo le due aste andate deserte lo scorso dicembre. Secondo la delibera approvata nei giorni scorsi dalla giunta, il prezzo stabilito per la vendita della farmacia comunale è stato fissato a 1 milione 40mila euro, ben 640mila euro in meno rispetto alla primo bando, 400mila rispetto al secondo. Avendo i potenziali acquirenti ritenuto evidentemente abbastanza esose le somme precedentemente richieste, tant’è che non sono arrivate offerte, il Comune ha deciso di abbassare considerevolmente l’importo, sperando che qualche farmacista oppure una società di farmacisti possa giudicare l’operazione più allettante. Si è sensibilmente ridotto in sei mesi anche il valore degli arredi, mobili ed attrezzature dei locali. Nel primo bando di gara l’importo richiesto era di 50mila euro, sceso dopo una recente perizia di stima a 10mila euro. La somma dovuta dagli acquirenti per le giacenze di magazzino è passata, probabilmente per i i prodotti nel frattempo venduti ai clienti, da 305mila a 190mila. Chi compra deve anche rilevare il personale in servizio nella farmacia, un direttore, tre farmacisti e un commesso, che se non vorranno passare alle dipendenze di un datore di lavoro privato potranno anche optare per la mobilità presso un altro ente pubblico. I dipendenti possono comunque esercitare il diritto di prelazione e comprare direttamente loro la farmacia di piazza Municipio. Con una lettera inviata al sindaco Luciano Marinucci, il direttore farmacista Mario Delle Monache ha avanzato la proposta di vendere solo una parte della farmacia, i 2/3 o 3/4: «Tale iniziativa», si legge nella lettera, «consentirebbe da un lato di vedere soddisfatte le esigenze di cassa del Comune e, anche in considerazione della minore somma, potrà incontrare maggiore interesse e nel contempo valorizzare un patrimonio pubblico e sociale rilevante senza dismetterlo completamente. Tenere una parte del patrimonio potrebbe consentire al Comune, attraverso una specifica convenzione di mantenere attiva una mission, una funzione sociale e continuare a svolgere un proprio ruolo con successo, così come molti altri importanti Comuni hanno fatto». Gabriella Di Lorito ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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