L’allarme arriva dalle 1200 farmacie del Veneto aderenti all’Unione Regionale dei titolari di Farmacia. Tra le possibili cause del fenomeno anche l’esportazione parallela di farmaci invece destinati al mercato italiano. Si tratta di farmaci utilizzati nella cura di patologie come ipertensione, morbo di Parkinson, depressione, ansia. Tra i medicamenti ad alta difficoltà di reperimento anche acido folico per le donne incinte e anticoncezionali. «Al fenomeno di rottura di stock, ovvero una temporanea assenza dal mercato di qualche medicinale, si aggiunge quello in forte aumento negli ultimi mesi che riguarda i farmaci consegnati dalle aziende farmaceutiche in quantitativi estremamente contingentati, sia alla distribuzione intermedia, ma anche alle farmacie – dichiara Guido Bonetto, presidente di Federfarma Veneto, l’Unione dei titolari di farmacia -.
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Farmaci mancanti e problematiche per i cittadini
Questo sta creando diversi casi di evidente rarefazione di medicinali nel ciclo distributivo che costringono le farmacie a ripetute ed estenuanti richieste prima di poter ottenere anche poche unità del farmaco richiesto e creano difficoltà nei rapporti con i cittadini, spesso costretti a tornare in farmacia per poter ricevere il farmaco prescritto. Il problema della carenza dell’approvvigionamento di medicinali, dovuto anche a fenomeni di esportazione parallela, ha acquisito una rilevanza europea, al punto che è stato uno degli argomenti più importanti discussi durante l’Assemblea Generale del PGEU a Bruxelles il 15 novembre 2012. Saremo costretti a fare come in Grecia dove recentemente, su questo argomento si registra una decisione drastica? – chiosano i farmacisti – Il Governo, infatti, pur consapevole di porsi in contrasto con il diritto comunitario, ha deciso di introdurre un divieto temporaneo alle esportazioni parallele per circa 60 farmaci medicinali innovativi, valutando la possibile estensione ad altri 300 medicinali prodotti da varie multinazionali».
Gazzettino di martedì 26 marzo 2013
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