I farmaci equivalenti sono un’opportunità per la sostenibilità del sistema sanitario italiano, per via della possibilità, con il loro utilizzo, di liberare risorse per l’innovazione e migliorare l’accesso alle cure per i pazienti. È in sintesi quanto emerso dall’intervento di Salvatore Butti, General Manager EG STADA, durante l’evento “La proposizione del farmaco equivalente in farmacia”, nell’ambito dell’edizione 2024 di FarmacistaPiù. Evidenziando come gli equivalenti abbiano un impatto positivo in termini di riduzione dei costi e di liberazione di risorse per i farmaci innovativi, Butti ha sottolineato che «se non fossero arrivati i farmaci equivalenti sarebbero stati necessari sei miliardi e duecento milioni in più per il nostro sistema sanitario».

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Il ruolo del farmacista nel rapporto con i pazienti

Con la particolare ubicazione sul territorio il farmacista ha un ruolo privilegiato nel rapporto con i pazienti, essendo il primo punto di riferimento e interfaccia per coloro che si trovano ad affrontare una patologia. La credibilità e la fiducia riposta dai cittadini nei farmacisti è elevata, come hanno dimostrato i dati dello STADA Health Report, che vede l’Italia al primo posto in Europa con il 77% di fiducia nei confronti di questi professionisti. Ebbene, come ricordato da Butti nel suo intervento, nonostante i progressi degli ultimi anni permane una differenza nella penetrazione dei farmaci equivalenti tra il Centro-Nord e il Centro-Sud del Paese. Mentre al Nord si raggiunge il 40-42%, al Sud la percentuale si attesta intorno al 20%. Dunque, secondo Butti comprendere le ragioni del divario e lavorare per colmarlo è una sfida per il futuro.

L’impegno di EG STADA nel supportare le attività dei farmacisti

EG STADA, presente in Italia da 27 anni, è impegnata a supportare l’attività dei farmacisti con iniziative di informazione e formazione, anche sponsorizzando corsi dedicati alla proposizione dei farmaci equivalenti. L’azienda, inoltre, promuove la cultura degli equivalenti anche presso i medici, per garantire uniformità nella comunicazione ai pazienti. Sottolineando il trend positivo in atto e le prospettive di ulteriore crescita per il settore nei prossimi anni, Butti ha rilevato che «oggi sul territorio, più o meno sono circa cinquecento milioni di confezioni di farmaco equivalente che passano attraverso le farmacie italiane. E a livello ospedaliero ci si cura prevalentemente coi farmaci equivalenti e biosimilari».

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