La totalità degli atenei in Francia non prevede alcun numero ad accesso programmato o test di ammissione preventivo, rendendo libero l’accesso agli studenti. Tuttavia, l’attuale Governo Macron ha presentato una riforma che, durante il percorso di studi, crea una serie di paletti tali estromettere gli studenti meno meritevoli. Limitando in tal modo l’accesso al sistema universitario a coloro non in linea con gli obiettivi previsti dai piani di studi. Ipotesi paventata anche in Italia e su cui il Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlf) esprime la propria opinione. «Una scelta – evidenzia il Mnlf – che in Commissione cultura ha trovato immediatamente orecchie disponibili, questo malgrado la maggioranza dei soggetti auditi si siano detti contrari». Nel dettaglio, la contrarietà dimostrata dal Mnlf dipende dal fatto che «questo – aggiunge la sigla – comporterebbe un costo enorme per le famiglie per supportare lo studio dei propri figli, una grave frustrazione per i giovani che avranno perso uno o due anni della loro vita nel tentativo, fallito, di proseguire negli studi per prendere la laurea da loro desiderata, uno spreco di soldi pubblici per fare studiare inutilmente migliaia di giovani».

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In aggiunta a ciò il Mnlf rende note le particolari criticità operative del possibile modello. Nello specifico che «durante il primo anno è impossibile individuare quelli che saranno i laureati migliori rispetto a quelli che non si potranno laureare perché scartati. Di certo questa modalità di selezione è – come sperimentato per decenni in Francia -, oltre che inaffidabile, enormemente costosa, non solo in termini economici, per chi alla fine del primo anno non riuscirà a superare il blocco del numero contingentato di posti». Per questo motivo, il Mnlf ritiene che «la richiesta di regolare attraverso un numero chiuso l’accesso al corso di laurea in farmacia” come “immotivata e strumentale a mantenere invariato l’attuale assetto legislativo”. Inoltre, evidenzia il Mnlf, “la richiesta di numero chiuso risulta avere anche dei connotati classisti, perché è del tutto evidente che tra coloro che rimarrebbero fuori, ma con maggiori disponibilità economiche potrebbe scegliere di iscriversi ad altra università europea».

Nel corso di un’audizione presso la commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera dei Deputati, durante l’esame in sede referente di alcune proposte di legge in materia di accesso ai corsi universitari, il Mnlf aveva espresso la propria contrarietà ad ogni forma di numero chiuso, giungendo alla conclusione che tale richiesta «è immotivata e strumentale a mantenere invariato l’attuale sistema legislativo». Al contrario, nel febbraio 2018 la presidente del Sunifar Silvia Pagliacci si era detta favorevole, spiegando che «il numero di farmacisti in futuro sarà sufficiente».

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