Come di consueto ogni anno l’ENPAF si ritrova nel turbine delle polemiche legate al contributo di solidarietà. Quest anno tutto è partito con un comunicato di Luisanna Pellecchia sindacalista della Fisascat Cisl Salerno che minacciava class action, successivamente una nota di FarmaciaVirtuale portava all’evidenza questa ed altre problematiche riportando i commenti più caldi dei farmacisti.
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A quanto pare, con l’incessante lavoro di Farmacista33, sembrano emergere posizioni che vedono la presa di coscienza di una problematica ben conosciuta nel settore, tuttavia mai affrontata.
Chiusura totale dell’ENPAF
Il 20 marzo 2013 la dura posizione del Dr. Emilio croce, Presidente dell’ENPAF nonchè Presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Roma, invitava i farmacisti a non iscriversi all’Ordine dei Farmacisti per non pagare il contributo obbligatorio dell’Enpaf, con le testuali parole L’iscrizione all’Albo è obbligatoria ed è prevista da leggi nazionali e comunque non esiste obbligo di restare iscritto all’Ordine.
Da qui un numero spropositato di commenti in rete di farmacisti indignati di tale posizione e di cotanta durezza nel detenere questa posizione.
La consapevolezza della problematica
Il 25 marzo 2013, sempre grazie al certosino lavoro di Farmacista33, emergono altre posizioni che vede alcuni presidenti di Ordini dei farmacisti italiani, tra cui il Dr. Ribaldone dell’Ordine di Genova e il Dr. Santagada, dell’Ordine di Napoli, chiarire che effettivamente la problematica esiste e che i farmacisti vanno tutelati e da qui il suo impegno a parlare della problematica al fine di trovare una soluzione a livello politico.
L’apertura della FOFI
A queste dichiarazioni si accoda, il 26 marzo 2013, quelle del Segretario nazionale della FOFI, Dr. Maurizio Pace che, visti i numerosi malesseri, al fine di calmierare e di stemperare il clima, in una dichiarazione sempre a Farmacista33, chiarisce che è necessario provvedere a un ammodernamento, non tanto e non solo attraverso provvedimenti regolamentari, ma con un intervento normativo che ci ponga al passo con i tempi.
La posizione dei farmacisti
Intanto la rete pullula di commenti negativi, dai farmacisti non titolari ai farmacisti titolari di farmacia ed ancor più, da farmacisti titolari di parafarmacia costretti a versare un eguale contributo, decisamente sproporzionato al volume di affari ed alle condizioni reddituali.
Gran parte dei farmacisti inneggia all’avvio di una class action che abbia come obiettivi quelli di una modifica immediata dell’obbligatorietà nel versare il contributo di solidarietà, di una revisione degli scaglioni di contribuzione fissi, con percentuali proporzionali al reddito e alla posizione, sino ad arrivare a soluzioni di larga veduta, come quella di lasciare la libertà individuale di poter scegliere autonomamente se aderire o meno alla forma previdenziale messa a disposizione dall’ENPAF.
Aspettiamo una posizione dell’ENPAF ed una rassicurazione circa l’impegno a voler modificare in tempi brevi il regolamento per dare ossigeno a chi in questo periodo sta vivendo momenti di grande difficoltà.
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