Si moltiplicano le forme di protesta contro l’ENPAF, in ultimo l’intervento di Luisanna Pellecchia, sindacalista della Fisascat Cisl Salerno, che minaccia una class action nei confronti dell’ente previdenziale dei farmacisti che secondo una recente pubblicazione è tra le casse più parsimoniose, con i suoi 108.348 iscritti e il costo di € 2,46 ad iscritto.
[Per non perdere le novità di settore, iscriviti alla newsletter di FarmaciaVirtuale.it, nella tua email alle 7:00, dal lunedì al venerdì. Apri questo link]
Centinaia di farmacisti insoddisfatti del servizio offerto e, più in generale, del prelievo coatto indipendentemente dalle loro condizioni lavorative e reddituali, in queste ore dibattono sull’effettiva necessità di questa forma obbligatoria di tassazione.
Chi è l’ENPAF
ENPAF è l’Ente Nazionale di Previdenza e di Assistenza dei Farmacisti, in pratica la cassa previdenziale a cui i farmacisti versano i contributi e dalla quale un giorno riceveranno la cosiddetta pensione di anzianità. Nel 2000 l’ENPAF, da ente pubblico è stato trasformato in fondazione di diritto privato e ciononostante è rimasta invariata l’obbligatorietà della contribuzione previdenziale.
Lo scopo sociale di questo ente è quello di “attuare la previdenza e l’assistenza in favore degli iscritti, dei loro familiari e dei superstiti nei limiti e con le modalità di cui al presente statuto e secondo le previsioni del regolamento di previdenza ed assistenza.”
I servizi agli iscritti
L’ENPAF, oltre alla normale attività di previdenza, offre servizi e convenzioni agli iscritti, tra i quali:
- mutui ipotecari a tasso agevolato, alla Banca Popolare di Sondrio
- fondi di assistenza sanitaria
- polizze RC auto, camper o moto
- fondo di previdenza complementari
- locazione di numerosi immobili di pregio e non
- borse di studio per farmacisti
Previdenza obbligatoria
L’articolo 3 dello statuto ENPAF recita:
Sono iscritti d’ufficio all’Ente e tenuti al versamento dei relativi contributi, a norma dell’art. 21 del decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato del 13 settembre 1946, n. 233, ratificato con legge 17 aprile 1956, n. 561, tutti gli iscritti agli Albi professionali dei farmacisti.
L’iscrizione all’Albo professionale o la cancellazione da esso, producono effetto di decorrenza ai fini della iscrizione o della cancellazione dall’Ente, dalla data di adozione della relativa deliberazione da parte degli organi professionali. I contributi previdenziali ed assistenziali sono dovuti per l’intera annualità, quale sia la data dell’iscrizione o della cancellazione.
La morosità nel pagamento dei contributi produce gli stessi effetti di quella relativa al pagamento dei contributi dovuti all’Ordine dei farmacisti, ai sensi dell’art. 11, lettera f), del decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 13 settembre 1946, n. 233.
E’ questo il punto cardine della questione e probabilmente il principale motivo di tanto malessere.
I farmacisti che versano il cosiddetto contributo di solidarietà, pari al 3% del contributo intero, non riceveranno mai le prestazioni previdenziali in quanto “non produce anzianità di contribuzione utile per maturare il diritto a pensione nei confronti dell’ENPAF”.
Allo stesso modo, gli iscritti che richiedono la riduzione del contributo previdenziale, fruiranno “di un trattamento previdenziale proporzionalmente ridotto rispetto a quello che verrebbe liquidato versando la contribuzione in misura intera”
Il ragionamento è questo: meno paghi meno prendi, e potrebbe essere anche giusto, tuttavia, questa proporzionalità è a vantaggio della sola ENPAF in quanto non proporzionale al reddito del farmacista. Un farmacista inoccupato o con minore reddito dovrà versare egualmente il contributo di solidarietà in toto e non in proporzione al reddito o alla condizione del momento.
Stesso ragionamento per le aliquote di contribuzione, che sono di tipo fixed, ovvero non oscillano in proporzione alle condizioni reddituali ma balzano dal 66,66%, al 50%, all’15% di importo sul totale da versare, sino al 100% che versano i farmacisti titolari di farmacia e parafarmacia, qualunque essa sia la grandezza – o la piccolezza – e soprattutto qualunque siano i margini, sempre più risicati.
Non solo, i farmacisti titolari di farmacia sono costretti a versare un altro 0,90% prelevato direttamente sulla distinta contabile riepilogativa, ovvero sulle ricette spedite in convenzione SSN.
Monta la protesta, class action in vista?
Marta ha vissuto sulla propria pelle gli estenuanti cavilli burocratici dell’ENPAF e racconta “…una cosa la so sulla mia pelle. Laureata a fine 2000 e i iscritta all’ordine dal gennaio 2001, ho sempre avuto contratti a tempo determinato fino al 2010 riuscendo a compensare i 6 mesi + 1 giorno, ma da quando lavoro 4 miseri mesi all’anno il caro ENPAF mi ha dato il ben servito togliendomi la riduzione. E provaci a parlare con loro ti dicono che questa è la legge e non c’è niente da fare. Forse mi sbaglio, se è così vi chiedo le giuste direttive.”
Luca racconta “…Quanto è furbo l’ENPAF! Se per esempio un poveraccio di farmacista perde il lavoro, diciamo, a novembre..ottobre e tenuto a comunicare ciò all’enpaf. Il farmacista si iscrive all’ufficio di collocamento e rimane com’è la situazione contributiva..però se il disgraziato trova il giorno dopo un lavoro che prevede un periodo a collaborazione con ritenuta d’acconto e lo comunica subito…il disgraziato passa a contribuzione intera et voilà! Se al disgraziato viene fatto dopo un contratto subordinato ormai HA PAGATO e se ne riparla l’anno prossimo…mentre se ad inizio anno hai pagato ridotto e durante l’anno non ne hai più diritto…a settembre o l’anno dopo…ti arriva il conguaglio! A FURBIIII!…”
Andrea che ha recentemente costituito un’impresa familiare è esausto di dover versare la quota per intero: “il mio più grave errore è stato quello di entrare in un’impresa familiare. Praticamente oltre al titolare tutti i soci sono costretti a versare per intero il contributo e, visti i cali della marginalità, è una cosa insostenibile. Non solo, l’ENPAF preleva un contributo dello 0,90% direttamente dalla distinta contabile riepilogativa. E’ come se qualcuno entra in farmacia, apre la cassa, prende i soldi e se ne va, con la speranza che un giorno vengano restituiti.”
E così tra il dire e il fare, c’è chi decide di agire, Luisanna Pellecchia, sindacalista della Fisascat Cisl Salerno, evidenzia altre anomalie e minaccia class action subito.
Scarica un pò di materiale
Scarica lo statuto ENPAF
Scarica il regolamento ENPAF
Scarica il bilancio di previsione 2013 ENPAF
Dcreto legislativo del CPS del 13 settembre 1946, n. 233
Non perdere gli aggiornamenti sul mondo della farmacia
Riceverai le novità sui principali fatti di attualità.
Puoi annullare l'iscrizione con un click. Non condivideremo mai il tuo indirizzo email con terzi.