elezioni fenagifarNelle settimane scorse è stato rinnovato il consiglio direttivo di Fenagifar, la Federazione nazionale Associazioni giovani farmacisti, che rimarrà in carica per il prossimo triennio, fino al 2017. A sostituire l’ex presidente Claudio Distefano alla guida della federazione, che dal 1989 fornisce supporto tecnico e professionale a migliaia di neolaureati delle Facoltà di farmacia e di CTF, per la prima volta è una donna, Pia Policicchio dell’Agifar, Associazione giovani farmacisti, Cosenza, che nello scorso mandato ha ricoperto il ruolo di vice di Distefano. Accanto a Pia Policicchio, fanno parte del nuovo direttivo Rossella Caminiti (Agifar Messina), Davide Cappelletti (Agifar Trentino Alto Adige), Lucio Marcello Falconio (Agifar Napoli), Salvatore Foglia (Agifar Caserta), Luca Matteo Galliano (Agifar Cuneo), Marco Martini (Agifar Verona), Angela Daniela Musolino (Agifar Reggio Calabria), Silvia Nocera (Agifar Agrigento), Mario Pipia (Agifar Milano), Emanuele Platter (Agifar Torino). Fanno parte del Collegio revisori dei conti Giovanni Sergio Bellia (Agifar Catania), Laura Gerli (Agifar Como), Larry Massagrande (Agifar Emilia Romagna), Davide Massardo (Agifar Liguria). Nel Collegio dei probiviri, invece, Stefano Carta (Agifar Sardegna), Filiberto Orlacchio (Agifar Umbria), Beatrice Tita (Agifar Brescia).
FarmaciaVirtuale.it ha intervistato la neoeletta presidente Pia Policicchio, per capire meglio le linee che guideranno la Federazione dei giovani farmacisti nei prossimi tre anni.

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Per la prima volta la presidenza di Fenagifar è in rosa, che effetto le fa?

Dopo 25 anni sono la prima donna, e ne sono orgogliosa. Penso che sia un’apertura; tra Annarosa Racca a Federfarma e la mia elezione a Fenagifar, può essere un inizio.

Quali sono gli obiettivi del suo mandato?

Il riconoscimento delle nuove competenze del farmacista, sia a livello professionale che economico. A oggi il percorso universitario è rimasto alle competenze di ieri, bisogna cominciare da lì; deve fornire conoscenze di tipo economico e di management, di informatica, omeopatia e fitoterapia, competenze sanitarie. Se a breve deve partire la farmacia dei servizi, questi ultimi devono passare dal farmacista, o il rischio è che passino per altre figure professionali. Si pensi all’infermiere, o lo psicologo; certo il farmacista non può sostituirli, ma deve essere lui a coordinarli. Per poterlo fare deve almeno avere le basi, e a fornirle deve essere in primo luogo l’università. Intendo aprire un tavolo di discussione con i rappresentanti dei corsi universitari in Farmacia. Occorre far sì che il farmacista faccia parte di una rete, che comprende l’Asl, il medico e gli altri operatori sanitari. Anche qui la partenza è aprire dei tavoli con tutti gli attori coinvolti.

Citava il riconoscimento delle nuove competenze del farmacista anche a livello economico; che cosa si può fare su quel fronte per i giovani colleghi?

­Sull’aspetto economico possiamo agire solo una volta che in tutto il comparto si regolarizza l’urgente discorso sulla remunerazione; le misure vanno adottate a livello di categoria, prima che noi come Fenagifar possiamo intervenire a tutela dei giovani farmacisti.

Nel precedente direttivo è stata vice di Claudio Distefano, la sua presidenza sarà in continuità?

Assolutamente in continuità; nel tempo gli obiettivi e il percorso sono stati comuni. Il mio giudizio sul suo operato non può che essere positivo, dato che l’abbiamo costruito insieme e condiviso. Riparto da dove lui ha lasciato.

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