Vaccini e opzioni terapeutiche sono i due grandi rami di sperimentazione scientifica messi in campo per contrastare la pandemia da Covid-19. Se infatti la campagna vaccinale è considerata fondamentale per immunizzare la popolazione, numerose sperimentazioni sono in corso anche per studiare possibili terapie per curare la malattia, una volta sviluppatasi negli individui contagiati. Entrambi i temi sono stati affrontati da Sergio Dompé, presidente di Dompé Farmaceutici, nel corso del programma televisivo Restart in onda su Rai2. «Ci aspettiamo entro il mese di luglio e agosto – ha esordito il dirigente – un’accelerazione delle vaccinazioni che rimangono l’elemento fondamentale per combattere questa pandemia», passando poi a esaminare il ruolo della terapia farmacologica. «Al mondo ci sono oggi circa 5mila studi clinici autorizzati con un grande sforzo del nostro Paese – ha spiegato il presidente dell’azienda farmaceutica -. Ci sono proposte di farmaci che nascono dalla collaborazione in ambito europeo da applicazioni dell’intelligenza artificiale e iniziative di aziende italiane in fase 2 e fase 3 di studi clinici. Siamo fiduciosi che dalla prossima stagione autunnale possano essere autorizzati alla commercializzazione alcuni farmaci indicati per i casi paucisintomatici, utili ad abbassare la carica virale e per quelli più gravi per evitare la cosiddetta tempesta delle citochine che crea i noti problemi nelle ospedalizzazioni».
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Lo studio del consorzio Exscalate4CoV sul raloxifene
Dompé Farmaceutici è attualmente capofila del progetto di supercomputing Exscalate4CoV, un consorzio pubblico-privato, costituito da 18 partner e supportato da Horizon 2020, il programma dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione. Di particolare interesse, tra gli studi e le analisi effettuate dal consorzio, è il possibile uso del raloxifene nel contrastare il virus Sars-Cov-2 nei casi moderati e lievi. «Il raloxifene – spiega una nota di Dompè Farmaceutici – è un farmaco selezionato per la sua sicurezza e il suo profilo tossicologico ben noto. È già stato approvato dalla European medicines agency (Ema) per uso clinico contro l’osteoporosi. Il consorzio sta discutendo con l’Agenzia l’accesso ai clinical trials sull’uomo. L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha dato via libera all’avvio dello studio clinico di fase 3 con un prodotto a base di raloxifene in pazienti paucisintomatici affetti dal virus Sars-Cov-2». Diversi sono gli istituti e gli enti medico-scientifici coinvolti in questo studio, coordinato dall’Irccs Lazzaro Spallanzani di Roma con centri attivi a Milano (Ircss Humanitas), Torino (Le Molinette), Napoli (Monaldi) e altri 10 centri in Italia.
Cos’è e come agisce il raloxifene
Il raloxifene è una molecola registrata e già utilizzata, su prescrizione, in farmaci per il trattamento e la prevenzione dell’osteoporosi nelle donne in menopausa. Il file del brevetto dell’utilizzo di questa molecola per il trattamento di persone affette da virus Sars-Cov-2 è stato depositato in data 6 maggio 2020 da Dompé Farmaceutici, Fraunhofer Institute e Università di Lovanio. «A oggi – precisa Dompè – non ci sono ancora prove che il rapporto beneficio/rischio della molecola contro il Sars-Cov-2 sia positivo, né sul dosaggio da utilizzare. Per questa ragione, il farmaco non è autorizzato per l’uso in questa indicazione al di fuori di uno studio clinico».
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